Adriaen van der Werff, Gian Gastone de' Medici, 1698-1704, Monaco, Alte Pinakothek. | Nel 1698 il principe Gian Gastone de' Medici risiedeva in Boemia, fresco delle nozze che lo avevano legato alla figlia del duca di Sassonia Lauenburg, Anna Maria Francesca, nei confronti della quale si era già manifestata quella profonda e ricambiata incompatibilità che terrà poi per sempre i coniugi lontani l’uno dall’altra. L'insofferenza nei confronti della neosposa indusse il principe, nella primavera di quell'anno, a intraprendere un viaggio “in incognito” (come era costume in questi casi per sfuggire alle rigidità e all’etichetta imposte dal cerimoniale), accompagnato da un piccolo seguito, come se si fosse trattato di un nobile privato, utilizzando il nome di “marchese di Siena”. Spinto dai suoi interessi per le arti e la scienza, il principe partì da Praga alla volta della Francia, delle Fiandre, dell’Olanda, per fare infine ritorno in Germania nell'autunno del 1698. A Parigi, dove ebbe modo anche di incontrare brevemente la madre Margherita Luisa d'Orleans, fu ricevuto familiarmente da Luigi XIV, dal quale ricevette in dono una spada tempestata di pietre preziose. Nella città olandese di Leida visitò il giardino dei semplici e il Museo anatomico; nei centri di Rotterdam e Amsterdam si interessò ai luoghi tipici del traffico mercantile (il porto, l’arsenale, la sede della Compagnia delle Indie). Il viaggio è documentato da questo diario, che consiste in effetti in un mero elenco di luoghi visitati, principi e notabili incontrati, ricevimenti e onoranze tributati a Gian Gastone. Il manoscritto, redatto dallo scalco del principe Anton Filippo De’ Giudici, fu inviato ad Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina del Reno, sorella di Giovan Gastone, la quale lo aveva sollecitato a scriverlo. |
Diario del viaggio del principe Giovan Gastone de’ Medici in Francia, Fiandra, Olanda e Germania, tenuto da Anton Filippo De’ Giudici, 1698 (ASFi, Miscellanea Medicea, 676, ins. 8)
(cc. 2rv) Lettera dedicatoria all'Elettrice Palatina
Serenissima Altezza,
il pregiatissimo impiego che l’Altezza Vostra Elettorale volle commettere alla mia penna del darle ragguaglio del viaggio del serenissimo principe Giovan Gastone suo fratello e mio signore temo io di non aver sodisfatto con le mie lettere scritte in diversi luoghi a Vostra Altezza Elettorale per questo fine. Prendo perciò l’ardire di scriverne tutto insieme il racconto doppo il ritorno, per supplire alle mancanze nella quali sarà trascorsa la stessa mia penna nel tempo di esso viaggio e mandarlo all’Altezza Vostra Elettorale per dimostrazione della mia obedienza e del sommo desiderio di secondare i riveriti suoi cenni. Supplico Vostra Altezza Elettorale a gradire benignamente la prontezza dell’animo dello scrittore ed a non considerare l’imperfezione della scrittura, che per ogn’altro titolo non meriterebbe l’onore di giungere all’Altezza Vostra Elettorale, alla quale con umilissima reverenza m’inchino.
Raichstatte il di primo dicembre 1698
Di Vostra Altezza Elettorale
umilissimo servo
Anton Filippo de Giudici
(c. 3r) Incipit
Quel savio che disse l’uomo essere cittadino del mondo non volle solamente significare doversi tenere da ciascuno per patria quel luogo ove la fortuna co’ felici avvenimenti altrui ritenga, ma volle anche inferire che niuno dee contentarsi di quella parte ove il fe nascere la Natura senza prendersi il pensiero d’uscirne de limiti. […]