I primi viaggiatori che abbiano percorso l’Europa e si siano spinti oltre i suoi confini sono stati i mercanti: spesso esponenti di ricche e prestigiose famiglie, per affari trascorrevano quasi tutta la loro esistenza spostandosi da una fiera all'altra, muovendosi in piccoli gruppi, portando con sé, sui muli carichi, denari e merci appetibili e, per questo, avidi di tutte le informazioni che potessero agevolarli e consentire percorsi brevi e sicuri, con soste conosciute e contatti commerciali presso città ed empori.
Accanto a questi, sulle strade d'Europa, viaggiavano a piedi i pellegrini diretti verso i principali luoghi di culto, pressoché privi di bagaglio, sprovvisti di mappe, in balia della sorte, talvolta solitari, talvolta al seguito di carovane di mercanti cui si aggregavano in cerca di maggior sicurezza.
Tra il XV e il XVIII secolo crebbe poi esponenzialmente il numero di ambasciatori, diplomatici e residenti all’estero, inviati dai loro signori presso le Corti e i luoghi di potere: costoro coprivano anche lunghissime distanze, soli o con tutta la “casa”, portando spesso molti e ingombranti bagagli, contenenti tutti quegli “strumenti” necessari alla professione diplomatica, tra cui abiti adatti alle corti principesche, doni dei loro principi alle personalità visitate, lettere di cambio e di presentazione.
Infine viaggiavano i religiosi, che partivano per ricoprire incarichi in località spesso lontane, portando con sé tutto il necessario a svolgere il culto (es. gli altari portatili con le suppellettili); gli studenti ammessi in prestigiose università straniere; le promesse spose che si trasferivano presso corti estere, accompagnate dalla servitù, dalle nobili del loro seguito personale e dalla scorta.
Accanto a queste categorie di viaggiatori "per necessità", alle soglie del XVI secolo iniziò ad affermarsene una nuova, legata ai giovani rampolli di nobili e ricche famiglie che si spostavano per l’Europa con la finalità di acquisire nuove conoscenze: scoprire gli antichi resti delle grandi civiltà passate, creare futuri rapporti diplomatici o commerciali, valutare diverse forme di governo, diverse abilità tecniche, diverse soluzioni a problemi specifici o sistemi produttivi da imitare, diverse specie botaniche e zoologiche da riportare in patria. Il contestuale miglioramento delle infrastrutture, tra XVII e XVIII secolo, pose inoltre le condizioni per viaggi più sicuri e veloci: si aprirono nuove strade, nuovi e più sicuri valichi alpini, servizi di traghetti e barche per gli spostamenti fluviali, si costruirono carrozze di nuova concezione più comode e veloci, furono organizzati sistemi di carrozze pubbliche, aumentarono e migliorarono anche i servizi lungo le strade, con locande e stazioni di posta per il cambio dei cavalli e dei muli.
Viaggi di questo tipo dovevano sfruttare tutte le risorse possibili: mappe nautiche e geografiche che facilitavano la programmazione e l’esecuzione stessa del viaggio, istruzioni, guide o diari di viaggio.
Attraverso una selezione di questi materiali, la presente mostra virtuale (che traduce per il pubblico online l'allestimento realizzato in Archivio nell'autunno del 2018) intende illustrare gli scambi e i rapporti personali e privati intessuti tra la Toscana granducale e i maggiori Paesi europei, le loro corti e le personalità più illustri, con particolare riguardo ai viaggi compiuti o promossi da Cosimo de' Medici, granduca con il nome di Cosimo III.