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Archivio di Stato di Firenze

Storia

Con decreto del 20 febbraio 1852 il granduca Leopoldo II di Toscana istituì in Firenze una Direzione centrale degli archivi di Stato con il compito di provvedere «alla migliore tenuta, alla buona conservazione ed al più conveniente servizio di molti fra gli Archivi dello Stato esistenti nella capitale, e dipendenti da uffizi diversi».
Con lo stesso decreto chiamò Francesco Bonaini a dirigere quell'ufficio. Docente di diritto dell’università  pisana, Bonaini era espressione del milieu culturale e politico che si raccoglieva attorno a Giovan Pietro Vieusseux e a Gino Capponi e che da tempo chiedeva una piena e qualificata apertura delle fonti documentarie al pubblico uso storico.
Fu inoltre nominata una commissione incaricata di proporre le modalità con le quali disporre e ordinare materialmente gli archivi e favorire una loro apertura al pubblico, che permettesse di «meglio contribuire all'incremento degli studi storici».
Era il primo passo verso la fondazione di un Archivio centrale dello Stato che, istituito con decreto del 30 settembre 1852, ebbe sede nella fabbrica degli Uffizi, sotto la direzione di Bonaini.
Nel nuovo istituto confluirono le carte delle magistrature e degli uffici centrali del Granducato di Toscana anteriori al 1815, concentrazioni archivistiche risalenti al Medioevo, alla Repubblica fiorentina, che furono ordinate secondo criteri metodologici innovatori, codificati nel paradigma del “metodo storico”: Bonaini volle sottolineare il carattere storico dell'istituzione con l'ordinamento materiale degli archivi, la cui sequenza doveva rispecchiare la storia di Firenze e della Toscana, o meglio le diverse forme di governo che vi si erano succedute. Agli archivi di epoca repubblicana dovevano così seguire quelli del principato mediceo e di quello lorenese, disposti secondo un disegno che voleva trasmettere l'idea di uno sviluppo organico della storia di cui erano il prodotto e la testimonianza.
Il patrimonio inizialmente comprendeva gli archivi Diplomatico, delle Riformagioni, Mediceo, delle Regie Rendite, del Regio Diritto, delle Decime granducali, del Monte Comune e Demanio e delle Corporazioni religiose soppresse. Ad essi si aggiunsero negli anni successivi anche quelli del Ministero delle Finanze, dei Tribunali civili e criminali, della Zecca e delle Revisioni e Sindacati.
Dopo l'Unità d'Italia, stabilito che gli Archivi di Stato ricevessero la documentazione non più utile all'amministrazione corrente, anche l'Archivio di Stato di Firenze accolse i primi versamenti di carte degli uffici periferici dello Stato. Tra questi ricordiamo l'archivio della Prefettura e degli uffici giudiziari. Altre acquisizioni importanti furono le carte dello Stato civile toscano (1808-1865), l'archivio notarile moderno, il catasto toscano del secolo XIX e i numerosi archivi privati acquistati, donati o depositati.
A fronte di tali significative acquisizioni si poneva però con evidenza per l'Archivio di Stato il problema della mancanza di spazi per ulteriori accrescimenti, problema che assunse un carattere di urgenza alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, facendo considerare l'opportunità di un trasferimento. L'alluvione del 4 novembre 1966, che danneggiò in misura rilevante il patrimonio documentario, accentuò l'esigenza di trovare un'altra sede all'istituto fiorentino. Individuata l'area idonea in piazza Beccaria, lungo la cerchia dei viali di circonvallazione progettati nell'Ottocento dall'architetto Giuseppe Poggi, il nuovo edificio fu progettato da Italo Gamberini e dal gruppo di architetti da lui diretto e inaugurato ufficialmente il 4 febbraio 1989.

Attualmente l'Archivio di Stato di Firenze, che dispone anche di un deposito sussidiario a Sesto Fiorentino, conserva più di 750 fondi, per un totale di circa 80 km di documenti, dall'VIII secolo ai nostri giorni, delle più diverse tipologie (carteggi, diplomi, codici miniati, statuti, disegni, carte nautiche e geografiche), che recano iscritta la memoria storica delle vicende politiche, sociali, culturali e artistiche di Firenze e della Toscana e che fanno dell'Archivio di Stato di Firenze un punto di riferimento per ricercatori di tutto il mondo.


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