Il percorso si chiude con un focus sui viaggi compiuti da nobili gentiluomini fiorentini che negli anni giovanili si avventurarono attraverso l’Europa per compiere il loro Grand Tour.
Relazione del viaggio dell'abate Fantuzzi, 1652
Il manoscritto riporta la relazione del viaggio compiuto dall'abate Giacomo Fantuzzi (1616-1679), discendente dal ramo ravennate di un'antica e nobile famiglia bolognese, di rientro nel 1652 dalla Polonia dopo il periodo trascorso come nunzio in quel paese.
Si compone di tre parti: la prima consiste in un diario giornaliero compilato lungo il tragitto, in cui sono presenti ampi riferimenti ai disagi cui l'abate incorse nei paesi luterani e calvinisti, dove spesso era costretto a dissimulare la propria origine e confessione religiosa (del resto, si erano spenti da poco i fuochi della Guerra dei Trent’anni); la seconda parte contiene l'elenco delle tappe del viaggio; la terza è un compendio di suggerimenti ad uso dei viaggiatori che intendessero ripercorrere lo stesso itinerario (tipologia e contenuto del bagaglio, soste, comportamento con gli osti e con gli altri avventori, tecniche per difendersi dal freddo, cautela nelle relazioni con i protestanti).
Estratti dal manoscritto dell'abate Fantuzzi, relativi alle istruzioni rivolte ai viaggiatori (ASFi, Manoscritti, 681)
(c. 370) Oggetti necessari per il viaggio
Si provveda di un buon orologio e di un focile [acciarino a focile] da batter fuoco la mattina nel levarsi per tempo, d’un offiziolo di cera, d’uno stuccio col coltello, forchetta e cucchiaio, di aghi, seta, filo e d’una lanterna di carta che si piega per servirsene quando si viaggiasse di notte per necessità.
Si porti un libretto di memorie da scrivere coll’apis le cose notabili che andarà vedendo per il viaggio e per le città e luoghi per riportarle poi al suo diario o itinerario e porti seco sempre il calamaro il lapis con carta e cera di Spagna sigillo e altre cose necessarie.
(c. 381) Preparazione del bagaglio
[…] la valigia non sia molto grande come si è detto, non si apra mai se no quando si sta fermo nelle città o altri luoghi per non isconvolgere tutte le robbe, le quali non si accomodano mai come prima e perciò, oltre la detta valigia, habbiasi ancora una borsa da legare all’arcione del cavallo o colonetta della carrozza et in essa si pongano le robbe che giornalmente bisognano, cioè la scopetta, pettini, sciugatore, due fazzoletti, una camicia, le pianelle e berretta della notte e si tenga sempre serrata a chiave col luccetto.
(cc. 395, 399-400) Cautele religiose
Occorrendo ritrovarsi in Paesi o compagnia d’eretici non si scuopra senza necessità alcuna d’esser cattolico, nemmeno Italiano, […].
[...] Si avverta di non tener mai sicuramente alcuno per cattolico dal solo mangiare il pesce nelle vigilie o dal dire d’esser cattolico, se da molti perfidi eretici si fingono cattolici per scuoprire questi cattolici e cavar loro di bocca qualche cosa e beffarli maggiormente. […]. e perciò sarà bene che in tal paese d’eretici si farà diligenza di farsi condurre in qualche osteria dove l’oste e l’ostessa sia cattolica perché ivi capiteranno sempre molti cattolici e sarà trattato meglio e saprà dove ha d’ascoltare la messa la quale ordinariamente si dice ogni mattina in casa degli ambasciatori o residenti delle corone de quali è ben far capo e dimandare di loro.
Si guardi di far il segno della santa croce in luogo dove puol esser veduto massime in paesi de calvinisti come Danimarca, Inghilterra, Olanda perché subito sarà tenuto per cattolico e molto schernito [...].
(c. 411) Bevande
Ne’ paesi settentrionali e dove non nasce il vino si beve la cervosa, o birra quale vuol esser vecchia, ben purgata e di maggior sostanza ma assai gagliarda e potente ad ubbriacare e l’ubriachezza di birra è peggiore assai di quella del vino come che questo è più facile a digerirsi di quella.
Diario di Roberto Pucci, 1657
ASFi, Mediceo del Principato, 6381, ins. 2. | Il diario di Roberto Pucci, che tra il 1657 e il 1661 effettua il suo viaggio per l'Europa in compagnia di Filippo Acciaioli e Vieri Guadagni, si iscrive nella tradizione dei componimenti redatti dai giovani nobili in viaggio d’istruzione per l’Europa. Oltre che viaggi di istruzione per i nobili toscani si trattava anche dell’occasione per farsi conoscere dai nobili e dai diplomatici delle corti estere al fine di apprendere tutto il necessario per lo sviluppo di una futura carriera diplomatica, erano quindi accompagnati da lettere di presentazione che gli aprivano le porte dei salotti più prestigiosi dei paesi visitati. Il diario risulta piuttosto povero di informazioni e generico: manca una cronologia esatta dell'itinerario, le descrizioni dei luoghi visitati sono scarne, le informazioni storiche dei paesi attraversati quasi inesistenti. |
Viaggio di Francesco Riccardi, 1666
La firma di Riccardi in una lettera conservata in ASFi, Mediceo del Principato, 4489. | Il marchese Francesco Riccardi (1648-1719), accompagnato dal precettore Alessandro Segni, compì due viaggi di istruzione: il primo tra il 1665 e il 1667 attraverso Francia, Paesi Bassi, Germania, Boemia e Austria; il secondo tra il 1668 e il 1669 attraverso Francia, Inghilterra, Spagna e Portogallo. Di questi viaggi è rimasta una vasta letteratura conservata parte presso l'Archivio di Stato, parte presso la Biblioteca Nazionale Centrale e parte ancora presso la biblioteca Riccardiana: si tratta di giornali delle spese, diari di viaggio, appunti per la compilazione del diario di viaggio, compilati da Segni, redatti quotidianamente e infine lettere di Riccardi e Segni o a loro dirette. Da notarsi che i viaggi di Riccardi precedettero di poco quelli del principe Cosimo, che dunque se ne interessò particolarmente. Così, nelle lettere si ritrovano osservazioni sulle cose più notevoli e particolari viste, sui personaggi di potere incontrati, sui monumenti e i territori attraversati. |
Viaggio in Inghilterra, 1667
Nel fondo Carte strozziane si conserva un manoscritto che raccoglie due relazioni sull’Inghilterra, molto diverse tra loro.
La prima di queste, la sola qui presa in esame, ha la struttura di una “guida di viaggio” che, dopo una prima parte di inquadramento storico dell'Inghilterra, offre una minuziosa descrizione delle cose più notevoli da visitare nella città di Londra, con consigli pratici e curiosità, esattamente come in una moderna guida.
L’opera è anonima e datata al 1667: è quindi successiva al 1666, anno del grande incendio di Londra che distrusse gran parte della città, nelle pagine della guida ripetutamente citato.
Si può anche ipotizzare che il manoscritto possa esser servito da guida all’Inghilterra per i membri della famiglia Strozzi, tra i quali forse anche lo stesso Lorenzo Francesco di Giovanbattista Strozzi (1675-1742).
Selezione di carte del manoscritto ASFi, Carte Strozziane, s. I, 299, relative alla città di Londra (cc. 93v-95v):
Giornale di viaggio di Bartolomeo e Lorenzo Corsini, 1752
ASFi, Manoscritti, 684, c. 1. | Il giornale del viaggio compiuto dai fratelli Corsini Bartolomeo (1729-1792) e Lorenzo (1730-1802) dal 1752 al 1755 si discosta da quelli fin qui esaminati scritti nel pieno del XVII secolo per un'impostazione di fondo, che riguarda l'interesse prevalente dei due fratelli di intessere rapporti “politici”. Così, l’Olanda si rivela una delusione, solo perché la principessa reggente si trovava in villeggiatura vicino Utrecht e con lei la maggior parte della nobiltà, come riveleranno in una lettera. La visita dei principali centri di Austria, Prussia, Danimarca, Inghilterra, Francia, Spagna si accompagna sempre a inviti a pranzi, a balli, visite a Corte o ai principali nobili della Corte. |