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Archivio di Stato di Firenze

Laboratorio di restauro

Origini e storia recente

Fin dagli anni della sua fondazione il Regio Archivio di Firenze si è occupato della conservazione del patrimonio documentario in sua consegna, inviando presso laboratori privati di fiducia le unità che necessitavano di intervento. L’esistenza di un laboratorio di restauro all’interno del palazzo degli Uffizi, dove l’Istituto ha avuto sede fino al 1988, è attestata a partire dagli anni ’20 del Novecento anche se l’organizzazione di un vero e proprio servizio di conservazione ebbe luogo in seguito alla tragica alluvione del 1966, grazie anche al contributo di enti e istituti internazionali che fornirono aiuti in personale e risorse finanziarie. Nei primi anni il lavoro fu quasi del tutto incentrato sugli interventi di restauro delle circa 70.000 unità archivistiche alluvionate; in seguito il laboratorio andò parzialmente spostando la propria attività anche su altro materiale, secondo criteri di priorità e di urgenza. Il trasferimento dell’Istituto nella nuova sede ha consentito di attribuire al laboratorio di restauro uno spazio più vasto e attrezzato. Fino al 2000 il personale assegnato era coadiuvato da restauratori privati che collaboravano con l’Archivio usufruendo degli spazi e delle attrezzature a disposizione, divenendo un punto di riferimento per la formazione dei restauratori di beni archivistici in Italia e in Europa, grazie anche alla specifica esperienza maturata nel recupero del materiale alluvionato. La sempre minore presenza di tecnici all’interno dell’amministrazione pubblica ha progressivamente determinato la riduzione delle attività fino ad arrivare alla vera e propria chiusura del laboratorio nel 2019 con il pensionamento dell’ultima restauratrice interna. Le attività del laboratorio sono finalmente riprese nel 2021con l’arrivo di due restauratrici inviate da Ales S.p.A., società in-house del Ministero della cultura, grazie ad un progetto di supporto, nel settore della conservazione dei beni archivistici, per gli Archivi di Stato e le Soprintendenze Archivistiche e Bibliografiche.

 

Le attività del servizio di conservazione e restauro

Il laboratorio si occupa del materiale documentario in consegna all’Archivio di Stato di Firenze con interventi di conservazione e restauro pianificati in base alla tipologia del danno e alle necessità di consultazione e valorizzazione, oltre a proseguire le operazioni di recupero della documentazione alluvionata anche attraverso la stesura di progetti di restauro da affidare a professionisti esterni. L’attività del servizio di conservazione è collegata ai programmi scientifici dell’Istituto rivolti al pubblico, offrendo supporto all’organizzazione di esposizioni, convegni e, soprattutto, ai lavori di riordinamento, inventariazione e digitalizzazione dei fondi archivistici. Oltre agli interventi di restauro, il personale del laboratorio cura tutte le attività di cartotecnica necessarie alla conservazione, al condizionamento e alla valorizzazione delle unità archivistiche, anche fornendo consulenza in fase di acquisto dei materiali specifici da parte dell’Istituto, di qualità adatta alla conservazione. Lo staff presta inoltre assistenza tecnica agli utenti della sala studio in fase di consultazione della documentazione, offrendo soluzioni adeguate per la manipolazione corretta dei documenti che necessitano di particolari cautele.

Attraverso convenzioni con Università e Istituti culturali, vengono organizzati all’interno del laboratorio stages formativi e tirocini, per studenti di conservazione e restauro di beni archivistici e librari provenienti dall’Italia e da varie parti del mondo, che offrono la possibilità di approfondire le tecniche di conservazione e restauro a diretto contatto con la straordinaria ricchezza e varietà del patrimonio conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze che, spaziando dall’VIII al XX secolo, presenta una notevole eterogeneità in termini di materiali costitutivi e tecniche di manifattura. Il laboratorio partecipa inoltre ad iniziative e progetti di ricerca italiani ed esteri allo scopo di promuovere lo scambio di esperienze e conoscenze nel campo della conservazione dei beni archivistici e librari.

Il personale del laboratorio di restauro organizza corsi di formazione interna per la diffusione di buone pratiche nella movimentazione del materiale archivistico e per una prima identificazione di danni potenzialmente diffusivi all’interno dei depositi e partecipa all’elaborazione dei report attraverso la raccolta dei dati microclimatici dei depositi, fornendo informazioni sull’ambiente di conservazione e collaborando alla progettazione di interventi di manutenzione, monitoraggio e controllo della situazione conservativa.

L’attività del laboratorio è stata documentata scientificamente a partire dalla fine degli anni Sessanta attraverso la compilazione di schede di restauro e documentazione fotografica. Recentemente è stato avviato un progetto di informatizzazione delle schede di restauro cartacee allo scopo di rendere più agevole l’accesso alle informazioni contenute e fornire un quadro preciso delle unità che sono state oggetto di intervento. Il progetto prevede l’inserimento dei dati significativi, tratti dalle schede, all’interno di una banca dati che potrà essere consultata in occasione di nuovi interventi di restauro e che permetterà di risalire alla documentazione fotografica, se presente. Ad essa si affiancherà la nuova documentazione digitale prodotta in occasione dei recenti interventi affidati a professionisti e laboratori esterni, insieme, naturalmente, alla documentazione prodotta oggi dal nostro laboratorio.