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Archivio di Stato di Firenze

Lettere del botanico Guiducci

Le lettere a Cosimo III del botanico Jacopo Niccolò Guiducci furono inviate tra il 1713 e il 1714, durante il viaggio fatto alla corte dell’elettore palatino, in Olanda, Fiandre e Francia. Il viaggio era stato commissionato da Cosimo III desideroso di trovare nuovi frutti, ortaggi, spezie non presenti in Toscana.
Le lettere riportano nuove ricette per fare caffè, comparazioni tra le specie toscane di vari frutti e le simili olandesi e francesi, al fianco delle canoniche descrizioni storico artistiche dei luoghi visitati.

Il viaggio è quindi caratterizzato soprattutto dalla ricerca di nuove conoscenze botaniche, ma attesta anche il tentativo di importare a Firenze nuovi tipi di piante o generi diversi delle piante già esistenti, come lui stesso afferma: «Subito che giungerò a Parigi questa sarà la mia prima faccenda e tutto quello potrò ritrovare, che non abbia veduto in Toscana e che sia buono per il servizio di V.A. Reale, lo noterò e glie ne darò parte acciò possa servirsi d’ordinare sì per le Mazze [marze = innesti] de’ frutti che per i semi dell’erbe quello che stimerà più di suo piacimento».
Approfittando infatti del grande emporio di Amsterdam il botanico cerca di ottenere le piante dell’ananas e anche le noci di cocco per farle trasportare a Cosimo. Verso la metà del XVII secolo in Olanda, infatti, fu realizzata la prima serra di moderna concezione dove subito si iniziarono a condurre esperimenti sugli ananas; Pieter de la Court (1618-1685) fu il primo in Europa a far crescere ananas in serra.


Estratti dalle lettere di Iacopo Niccolò Guiducci al granduca di Toscana Cosimo III, relative al suo viaggio alla corte dell’elettore palatino, in Olanda, Fiandre e Francia, compiuto con finalità di osservazioni botaniche, 1713-1714 (ASFi, Miscellanea medicea, 92, ins. 1, cc. 1-182)

(cc. 28rv) Dusseldorf, 20 gennaio 1714: ananas
Ieri poi andai col sig. Marchese Rinuccini e col sig. Dottor Zamboni a vedere il Giardino di Corte ove trovai bellissime Piante Americane e domandai dell’Ananas, mi dissero averlo perduto; del resto per ora vi sono pochi semplici, ma il sig. dottor Zamboni spera di multiplicarli coll’aiuto e favore del sig. Giorgi a cui ne vuol chieder molti.

(cc. 32v, 33rv, 34r) Dusseldorf, 27 gennaio 1714: ricette
In questi giorni s’è degnata la Ser.ma Elettrice di farmi sentire delle Brizzole, cioè diverse sorti di pane fatto dal fornaio di Corte che ha imparato a Magonza e per quello ho potuto conoscer parmi fatto col lievito di birra, burro, latte, comino e zucchero e forze dell’uova; Gherardo fornaio di V. A. R.le mi pare che ne abbia fatto di tutte queste specie, pure discorrendone colla Ser.ma ed avendomi detto che ne avrei potuto avere le ricette, accettai l’offerta per portarle a V.A.R. e provarle in caso vi fosse qualche differenza.
Mi ha voluto far assaggiare la Ser.ma Elettrice anco le Merenghe fatte dal Nobili, quali mi parvero molto buone ed osservai che egli le fa più grosse assai di quelle del Puliti che mi pare fossero meno rilevate e più schiacciate. Mi ha proposto ancora la Ser.ma di vedere come si fanno le minestre di Vena e come quella si riduce per servirsene per cibo.

(cc. 64rv, 65rv) Dusseldorf, 20/04/1714: noci di cocco
Ier mattina passando sul Dam, piazza dove è la Casa della Città veddi da una donna che vendeva arance e limoni molti Cocchi, mi accostai per comprarne uno per assaggiar quel frutto e domandando a quella donna del prezzo, mi rispose che non aveva Cocchi, le replicai come può esser ciò se gli tenete qui in mostra, ella mi rispose questi non son buoni e perciò dico così, perché se gli vendessi, e che V.s gli trovassi cattivi io stimerei di perdere il credito e perciò non voglio venderli a niun prezzo. […] lo portai al mio quartiere lo apersi e lo trovai buono, benché dell’umido ve ne fosse poco, ma quella polpa bianca era salda e buona.

(cc. 92rv) Amsterdam, 25 maggio 1714: noci di cocco
Presentemente si vedono in questa città moltissimi Cocchi a vendere per tutte le cantonate, essendo venute nella settimana scorsa alcune navi di Corassao (?) e penso di prenderne alcuni pochi per mandargli a Livorno per mare con le mie robe superflue che lascio per questo fine al sig. Sardi, venendomi detto che per esser molto freschi dovrebbero giungervi ancora buoni, per che bastano tre mesi dopo esser colti dall’albero ed ancora di vantaggio ed in verità l’acqua di dentro è ottima.

(cc. 130v, 131rv) Amsterdam, 3 agosto 1714: albicocche, susine, innesti e semi, ricette
Ho osservato ancora qua se vi era qualcosa di raro, ma non ho fin’ora trovato niente che non abbia veduto ancora costà eccetto certe radici sottili che sono buonissime delle quali parmi che la serenissima Elettrice le ne mandasse il seme, con altre di altre radiche bianche, e gialle che si mangiano col lesso di carne e specialmente con quello di pesce Morrue [baccalà o merluzzo portoghese, ndr] o Stockfisch cotte insieme e poi aggiuntavi la salsa col burro e un poco di Persil tagliato minutamente, le quali son dolci e tenere, ma siccome io mi ricordo di averle vedute insieme coi cavoli rossi e lattuga nate ne’ Giardini di V.A. Reale io non sono stato a cercarne i semi. […] Le Albicocche che fin’ora ho veduto qui sono sugose e dolci ma poco saporite, come appunto sono tutte le frutta dell’Olanda che mancano di odore e di sapore […]. Le Ciliege sono quasi tutte agre e scipite specialmente le Visciolone [frutti del ciliegio visciolo o amarasco in Toscana, ndr]. Li Meloni o Poponi sono megliori di quello pensavo non arrivano al sapore e bontà de nostri, ma non possono dirsi cattivi, né disprezzarsi. Ci sono moltissimi Cavoli fiori, ma come l’altre frutte senza sapore per causa del paese che è tutto acqua e il sole riscalda poco.