Giusto Sustermans, Ritratto di Cosimo III de' Medici, 1650-1660, Poggio a Caiano, Museo della Villa Medicea di Poggio a Caiano. | Il 22 ottobre 1667, pochi mesi dopo la nascita della sua secondogenita Anna Maria Luisa, il principe Cosimo de' Medici si mise in viaggio alla volta della Germania (che raggiunse passando attraverso il Tirolo) e, quindi, dei Paesi Bassi (dove giunse in battello navigando lungo il Reno). Tornato a Firenze il 12 maggio 1668, ne ripartì nel settembre dello stesso anno per un tour più lungo, che si concluse nell’ottobre del 1669 dopo aver toccato la Spagna e il Portogallo, l’Inghilterra, i Paesi Bassi e in ultimo la Francia. Su entrambi i viaggi fu prodotta e si è anche in gran parte conservata una copiosa documentazione, comprendente, oltre a corrispondenza e note di conti, anche relazioni e diari manoscritti, che si devono alle dirette osservazioni di alcuni dei componenti del numeroso stuolo di accompagnatori: il tesoriere (o "maestro d'azienda") Cosimo Prie, il coppiere Filippo Corsini, il maestro di casa Filippo Marchetti, lo "spenditore" Iacopo Ciuti, i medici personali del principe Giovan Battista Gornea e Giovanni Andrea Moniglia (autore quest’ultimo della narrazione senz’altro più originale, tutta composta in rima). Nella sua settecentesca Istoria del Granducato di Toscana, Riguccio Galluzzi motiva i viaggi soprattutto con la speranza – rivelatasi poi totalmente vana – del padre di Cosimo, Ferdinando II, di attenuare in questo modo gli acuti disaccordi coniugali fra il principe e la moglie, Francesca Margherita d’Orléans. Spiegazione tutt’altro che priva di fondamento, ma davvero riduttiva: si trattò in realtà del vero e proprio Grand Tour di un giovane principe (allora venticinquenne) erede al trono, mirato alla scoperta e all’osservazione diretta di usi, costumi, economia, sistemi di governo, arte e cultura dei principali e più avanzati Paesi del tempo, ai quali egli si accosta con viva curiosità. |
E certo non a caso, all’inizio del suo diario relativo al primo dei due viaggi, il tesoriere e amministratore del principe, Cosimo Prie, rimarcava proprio come
la cognizione delle cose più incognite e l’osservanza de’ costumi di diverse nazioni servono di non poco profitto a chi deve vigilare il pubblico governo, e dare indirizzo alle leggi politiche. |
I viaggi consentirono a Cosimo e alla sua corte di instaurare o rinsaldare rapporti spesso duraturi con un elevato numero di personaggi di tutto rilievo del mondo economico, politico e culturale europeo attraverso una conoscenza diretta e non sottoposta in questa circostanza alle normali, rigide regole del cerimoniale: in proposito, ricordiamo che il principe viaggiava, come si diceva allora, “in incognito”, anche se accompagnato da un corteggio di oltre 65 persone!