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Archivio di Stato di Firenze

Incisa Val d’Arno

L’internamento libero a Incisa Val d’Arno

Nel settembre del 1942, Adalberta Prosen fu arrestata a Lubiana, e a novembre trasferita come internata libera ad Incisa Val d’Arno. La Prosen, vigilata da tempo, era descritta come “donna di facili costumi”, per aver intrattenuto presunte relazioni confidenziali sia con le forze di occupazione sia con i partigiani [Fig. 1]. Circa un anno dopo, a giugno 1943, il comune di Incisa Val d’Arno chiese il trasferimento della Prosen a Reggello, dove quest’ultima era riuscita a trovare lavoro come guardarobiera in un albergo del paese [Fig. 2]. Effettivamente, pochi mesi dopo la Prosen risultava a Reggello, ma da questo comune fu poi allontanata insieme agli altri internati, i quali “dopo gli avvenimenti del 25 luglio, [avevano] assunto atteggiamento politico ostile al fascismo […] dando luogo, altresì, a sospetti di svolgere propaganda antitedesca fra la popolazione”. La Prosen fu portata nelle carceri di Firenze, in attesa di essere trasferita in un campo di concentramento femminile, ma a fine novembre arrivò a Villa La Selva.
Poco dopo l’arrivo della Prosen, un’altra donna proveniente da Lubiana fu internata a Incisa Val d’Arno: Angela Orazen, direttrice delle scuole elementari di Rovte. Sebbene dalle indagini esperite nei suoi confronti non fossero emersi elementi sufficienti, l’Alto Commissariato per la provincia di Lubiana supponeva che la Orazen potesse svolgere propaganda anti-italiana, avvalendosi del forte ascendente che esercitava nell’ambiente locale e tra i suoi colleghi. Come la Prosen, anche la Orazen rimase internata ad Incisa Val d’Arno per circa un anno, finché i carabinieri proposero il suo allontanamento visto che era stato accertato che impartiva lezioni private ad alcuni bambini di Incisa. Soprattutto, la presenza di queste due internate nel paese era ritenuta pericolosa per via degli stabilimenti industriali dell’area. Si temeva, infatti, che le internate potessero svolgere propaganda sovversiva trovando “facile esca fra l’elemento operaio locale” [Fig. 3]. Tuttavia, a novembre 1943 la Orazen risulta essersi allontanata dal suo abituale alloggio ad Incisa [Fig. 4].