Il 24 novembre 1913, firmandosi con lo pseudonimo Leonard V., Peruggia decise di scrivere a un antiquario fiorentino, Alfredo Geri, di cui aveva trovato il contatto su un annuncio del Corriere della Sera del 22 novembre 1913.
Nella lettera, Leonard V. sondava l’interesse dell’antiquario ad acquistare e riportare in Italia il capolavoro leonardesco, in modo che andasse ad arricchire (preferibilmente) le collezioni delle Regie Gallerie degli Uffizi.
Nella prima lettera inviata da Peruggia, questi garantiva a Geri la precedenza e uno sconto del 25% sugli altri (presunti) contendenti stranieri, poiché l’interesse non era tanto di vendere l’opera per realizzare un guadagno, quanto quello più “onorevole” di riportarla in Italia. Geri rispose, e lo scambio di lettere continuò, finché Peruggia si decise a partire per Firenze, assecondando la volontà dell’antiquario di verificare direttamente l’autenticità del quadro prima di avviare qualsiasi trattativa.
Giunto nel capoluogo toscano il 10 dicembre 1913, prese alloggio all’Hotel Tripoli (oggi Hotel La Gioconda), lungo via Panzani. Il pomeriggio stesso, si recò presso il negozio di Geri, in via Borgognissanti 12, e insieme si accordarono per incontrarsi il giorno successivo, alle ore 15.15. In quell’occasione sarebbe stato presente anche Giovanni Poggi, Direttore delle Gallerie degli Uffizi.
Il coinvolgimento di una terza persona, di cui Peruggia ignorava identità e ruolo, non lo insospettì, rassicurato come era dall’atteggiamento conciliante di Geri, apparentemente interessato ad acquisire La Gioconda per gli Uffizi.
Nel pomeriggio dell’11 dicembre Peruggia tornò al negozio dell’antiquario, trovandovi già Poggi. Geri non fece alcuna presentazione e tutti e tre si recarono all’Hotel Tripoli, dove Leonard estrasse il dipinto dalla cassa che lo conteneva per mostrarlo ai due esperti. Compreso a un primo esame che si trattava probabilmente dell’originale e, adducendo il pretesto della scarsità di luce, Poggi propose di portare l’opera agli Uffizi per una verifica più accurata. Neppure stavolta Peruggia si insospettì e, anzi, accettò di buon grado. Una volta agli Uffizi, Poggi spiegò che, prima di concludere l’affare, avrebbe dovuto interpellare Corrado Ricci, Direttore Generale delle Belle Arti a Roma; si sarebbero quindi risentiti il giorno successivo.
Nel pomeriggio di venerdì 12 dicembre, mentre attendeva di essere ricontattato da Geri, Peruggia venne arrestato dalla polizia.
Con una lettera inviata il giorno seguente, Giovanni Poggi comunicò al Questore di Firenze che La Gioconda si trovava agli Uffizi, a disposizione delle Regia Procura Generale.