Fino al XVIII secolo il sistema di suddivisione amministrativa del contado era fondato sull’antica struttura ecclesiastica di organizzazione del territorio per parrocchie e pievi.
A ciascuno dei quattro quartieri della città (Santo Spirito, Santa Croce, Santa Maria Novella e San Giovanni) afferiva un’area del contado fiorentino; tali ripartizioni erano a loro volta organizzate in circoscrizioni di vario tipo, quali ad esempio le ‘leghe’, le ‘opere’, le ‘stanze’, i ‘terzieri’, le ‘podesterie’, i ‘vicariati’ e, soprattutto, i ‘pivieri’. La pieve era il fulcro del piviere ed era la parrocchia da cui solitamente esso traeva il proprio nome; sotto la sua giurisdizione si riunivano le chiese suffraganee, altresì definite ‘popoli’. I popoli, le ‘ville’ e i ‘comuni’ rappresentavano, in linea generale, le unità minori di divisione del territorio del contado. Su questa complessa organizzazione si innestava l’amministrazione civile con la creazione delle Podesterie per l’amministrazione della giustizia civile, riunite nei tre Vicariati di Certaldo, Scarperia e San Giovanni per l’amministrazione della giustizia penale.
Nella documentazione cartografica, le celebri Piante dei popoli e strade realizzate dai Capitani di Parte Guelfa tra il 1580 e il 1595 - di cui presentiamo in questa sede solo esigui casi pertinenti al tema delle strade con i muri graffiti – sono il risultato di una vasta operazione di rilevazione e misurazione delle strade pubbliche, che impegnò i più validi cartografi dello Stato mediceo tra il 1582 e il 1586. La rilevazione ebbe inizio dalla Podesteria del Galluzzo per poi proseguire nel Vicariato di S. Giovanni, di Scarperia, nel Valdarno, ecc. Ciascuna pianta descrive un popolo e le sue strade con l’obiettivo di una più equa ripartizione delle spese di manutenzione delle strade.
Le piante sono ordinate per popoli e Podesterie: per la Giornata del Paesaggio sono qui mostrate la pianta del Popolo di Santa Maria a Quarto, in cui è descritta interamente via dell'Osservatorio, tagliata in due tronconi dalla via di Boldrone, le vie e viuzze di San Michele a Castello, la splendida pianta del Popolo di San Miniato al Monte, con al centro, imponente, la Fortezza dei frati di San Miniato al Monte, e le piante di san Piero in Palco e S. Piero a Ripoli, che racchiudono al loro interno la via di Villa Cedri e la via delle Lame.
Queste vie si ritrovano integre, nella loro fisionomia e articolazione, nelle mappe del Catasto Generale Toscano della prima metà del XIX secolo, che furono il prodotto di una grande campagna di misurazione, avviata da Napoleone, che portò all’introduzione del catasto geometrico particellare nel Granducato di Toscana negli anni 1832-1834.
Anche queste mappe fondano le loro radici nei popoli ed il nome del popolo principale, accompagnato dall’iniziale di una lettera, definisce la sezione catastale rappresentata nella mappa.
Le strade con i muri graffiti sono descritte nelle mappe del Catasto Generale Toscano in tutta la loro integra fisionomia, quasi a creare dei cardini su cui ruota la mutevolezza del paesaggio.



