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Archivio di Stato di Firenze

Edifici pubblici e industrie

Durante il ventennio fascista venne intrapresa la costruzione di molte opere pubbliche, che nonostante la persistenza delle tendenze neomedievali e neorinascimentali ottocentesche e il conseguente ritardo nell’aggiornamento della cultura architettonica fiorentina, riuscirono ad adeguarsi alla tendenza razionalista preponderante in Italia in quegli anni. Uno degli episodi principali è rappresentato dall’Istituto Agronomico per l’Oltremare, realizzato tra il 1937 e il 1942 nel nuovo contesto urbano di Campo di Marte, dove si distinse dall’eclettismo eterogeneo degli edifici circostanti per la sua modernità. Negli stessi anni Aurelio Cetica progettava la facciata prospiciente la stazione di Santa Maria Novella della Scuola Allievi Sottufficiali Carabinieri, in seguito alle demolizioni avvenute per l’apertura della via di Santa Caterina da Siena nel 1937. Venne impiegata la pietra forte per il basamento e si optò per elementi decorativi semplificati e lineari, cercando al contempo di relazionarsi con i nuclei preesistenti del fabbricato. 

Conclusa la fase di ricostruzione delle aree pesantemente colpite dai danni bellici nell’immediato dopoguerra, gli anni ’50 videro prevalere uno sviluppo edilizio caotico e disorganico e lo stabilizzarsi di una prassi architettonica caratterizzata da formule ormai banalizzate e da scarso impegno progettuale, tranne rari episodi di maggior pregio. In questa fase si costruiscono molti edifici per uffici, come il Palazzo per Uffici Finanziari, attuale sede dell’Agenzia delle Entrate, in via S. Caterina d’Alessandria, o l’Ufficio Tecnico Erariale in via dell’Agnolo. 

Tra gli interventi più interessanti del decennio successivo citiamo l’attuale sede della Prefettura, progettata da Edoardo Detti in collaborazione con Carlo Scarpa per la casa editrice La Nuova Italia, con facciata in cemento a faccia vista scandita da moduli geometrici e infissi di colore rosso.

 

Ospedali e industrie


Tra le due guerre inizia a concretizzarsi anche la complessa vicenda del policlinico di Careggi, iniziata nel 1902 con la decisione di realizzare un nuovo ospedale lontano dal centro della città ma realizzata a partire dal dopoguerra con la costruzione dei primi padiglioni. Risalgono alla seconda metà degli anni ‘30 l’edificio che ospitava la Biblioteca Medica e la Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia e la sede degli Istituti Anatomici. Fu invece costruita tra il 1959 e il 1961 la Clinica Ostetrica, su progetto di Raffaello Fagnoni.

A definire la conformazione urbanistica e sociale di molti quartieri periferici contribuirono anche le industrie, da quelle più piccole, come la Sidol Company in zona Campo di Marte, alle grandi aziende come la FIAT, che aveva a Firenze un grande stabilimento a Novoli già dal 1940 e una sede in Viale Belfiore inaugurata nel 1954, o le Officine Galileo, che trasferitesi nel 1903 a Rifredi, inserirono alcuni grandi fabbricati industriali, come il meccanotessile, in una rete diffusa di laboratori artigiani e di piccole officine e, allo stesso tempo, favorirono lo sviluppo di un sistema insediativo di carattere residenziale e commerciale.

Edifici ecclesiastici


Nel secondo dopoguerra alcuni architetti ebbero occasione di cimentarsi anche nell’ambito dell’architettura religiosa, grazie ad una legge del 1952 che prevedeva contributi statali per la costruzione di nuove chiese parrocchiali. Tra gli anni ’50 e ’60 vennero realizzati nuovi edifici per il culto, soprattutto nei quartieri periferici: furono erette strutture non eclatanti o particolarmente innovative, quasi tutte accomunate dall’impiego della pietra forte e dell’intonaco nei rivestimenti esterni e delle coperture a capriate in cemento armato a vista.