27 settembre 2018 - 2020
L’Archivio di Stato di Firenze è lieto oggi di annunciare di aver ricevuto la donazione dell’archivio e biblioteca di Elisabetta Insabato, grazie alla generosità della figlia, Enrica Paradiso.
Le carte personali di studio e di lavoro, i libri raccolti, schedati e studiati nel corso dell'instancabile attività della studiosa la cui scomparsa si ricorda proprio oggi, 27 settembre, sono arrivate quindi nello stesso Istituto in cui Elisabetta Insabato, in veste di funzionaria della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, ha fatto in modo che importanti archivi trovassero adeguata sistemazione: archivi di famiglia, di personalità, di architetti e ingegneri.
L'Archivio di Stato di Firenze, insieme alla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, ufficio grazie al quale anche le carte della Insabato sono arrivate in uno dei luoghi della memoria per elezione della sua vita professionale, intende onorare al meglio la sua memoria, la sua instancabile azione di tessitura in Italia e all’estero di relazioni a "caccia" di memorie necessarie a testimoniare "le vite degli altri".
I due istituti si uniscono alla Direzione Generale Archivi nel ringraziamento a Enrica Paradiso per aver contribuito con questo dono a far sì che la comunità scientifica, insieme a quanti hanno conosciuto lo spessore e la grazia di Elisabetta Insabato, possano in futuro attingere alle testimonianze della sua memoria per rinforzare l'azione di tutela del patrimonio archivistico pur nella sua preziosa fragilità.
Una vita - una professione
Elisabetta Insabato (Ancona, 28 giugno 1951 - Firenze, 27 settembre 2018) è stata una funzionaria dell’Amministrazione archivistica dal 1° gennaio 1978 al 1° luglio 2013 e ha continuato negli anni successivi a collaborare con l’Ufficio, in qualità di ispettore onorario, fino alla sua scomparsa. Il suo operato ha prodotto considerevoli risultati nella tutela di molte tipologie di archivi e in maniera eminente in quello degli archivi gentilizi.
La sua attività presso la Soprintendenza archivistica per la Toscana ha interessato molti dei principali settori dell’attività ispettiva. L’attività di direzione tecnica nel riordinamento degli archivi comunali ha riguardato i comuni di Borgo San Lorenzo, Prato, Greve, Massa e Cozzile, Murlo, Montaione, Dicomano e molti altri. Ha inoltre curato, con altri colleghi, le guide degli archivi comunali delle province di Siena, Firenze e Pistoia e inventariato gli archivi preunitari dei comuni di Carmignano e Certaldo.
Tra gli altri settori sui quali si è focalizzata la sua attività ricordiamo gli archivi degli istituti di istruzione e di educazione, compresi gli archivi universitari.
Dai primi anni del 2000 si è occupata della redazione delle schede SIUSA soprattutto nel settore degli archivi di famiglie e di persone e degli archivi degli architetti e degli ingegneri, per i quali, con l’ausilio di Cecilia Ghelli, ha prodotto una guida relativa al territorio toscano. In precedenza, in collaborazione con Emilio Capannelli, aveva curato le due fondamentali guide degli archivi delle personalità toscane della cultura dell’Otto e Novecento.
Nel 1993, dopo l’attentato in via Lambertesca a Firenze, ha coordinato il lavoro di revisione dell’archivio storico dell’Accademia dei Georgofili, ricoverato temporaneamente presso il Salone Magliabechiano, collaborando inoltre con i colleghi Emilio Capannelli e Gabriela Todros alla stesura di un primo inventario della documentazione dal 1911 al 1960.
La ricerca costante e scrupolosa delle vicende degli archivi che nel corso dei secoli sono stati smembrati, e l’azione di salvataggio dei fondi a rischio di dispersione sono stati punti fermi della sua azione di tutela, tenacemente perseguita durante tutta la carriera. A questo proposito si ricordano la missione, su incarico del Soprintendente, negli Stati Uniti d’America, sulle tracce di pezzi dell’archivio Spinelli, acquistato per la Beinecke Library dalla Yale University (New Haven, Connecticut, USA), o delle carte Gondi e Medici di provenienza del Conservatorio delle Montalve alla Quiete di Firenze, ora presso la University of Pennsylvania di Philadelphia (USA), Rare and Manuscript Library Collections. Ricordiamo anche che la sua dimensione di studiosa è stata riconosciuta anche fuori dal territorio nazionale, come quando ha rappresentato l’Amministrazione archivistica al convegno di Lisbona nell’ottobre 2010, con il contributo agli atti Identità civica e strategie conservative negli archivi del patriziato toscano.
Il semplice elenco degli archivi familiari notificati grazie al suo impegno si palesa ai nostri occhi come una mappa dei ceti dirigenti di antico regime in tutto il territorio della Toscana e offre ai ricercatori uno strumento imprescindibile per gli studi storici. L’estrema consuetudine con le carte gentilizie toscane ha dato inoltre luogo alla pubblicazione di articoli e alla curatela di volumi, impossibili da elencare in maniera anche solo sommaria, ma che hanno rappresentato e rappresentano un punto fermo nel mondo degli studi.
Elisabetta Insabato è stata docente inoltre in corsi speciali di formazione, qualificazione e aggiornamento professionale, specie per archivisti di enti locali e laureati, ordinatori di archivi storici, con lezioni di Legislazione archivistica, Archivistica speciale (archivi familiari) e su criteri di ordinamento e inventariazione, organizzati dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana e dalle Amministrazioni regionale e provinciali (Arezzo, Massa Carrara, Pisa, Firenze, Livorno), oltre ad aver tenuto lezioni di Archivistica speciale presso la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Firenze. Ha contribuito quindi assai attivamente alla formazione di decine di giovani, futuri archivisti, ed è anche per questo che si è ritenuto opportuno ricordare la sua figura in occasione delle Giornate europee del patrimonio, la cui edizione quest’anno si concentra sul ruolo che la formazione ha avuto e continua ad avere nel passaggio di informazioni, conoscenze e competenze alle nuove generazioni.
La donazione
Il materiale documentario oggetto della donazione si trovava in tre stanze della casa di Elisabetta Insabato, organizzato in parte da lei stessa secondo i temi dei suoi interessi: archivi comunali; archivi gentilizi; archivi di architetti e ingegneri; studi storici in genere, specialmente riferiti all’ambito marchigiano e al medioevo. E’ riscontrabile una struttura generale dell’archivio, ottenuta affiancando i fascicoli alle pubblicazioni a stampa di tema affine. Occorre anche sottolineare che molti libri e opuscoli della biblioteca rappresentano il frutto delle ricerche di Elisabetta Insabato e dell’aiuto fornito agli autori con le sue consulenze da storica e archivista e con i quali aveva a vario titolo collaborato nel tempo.
Strettamente correlata al materiale documentario è la biblioteca, composta di circa 1000 volumi e due scatole di opuscoli.
Il fondo personale di Elisabetta Insabato arricchisce senza alcun dubbio il patrimonio dell’Archivio di Stato di Firenze: esso, infatti, non solo contiene materiali relativi a fondi conservati nell’Archivio o a fondi affini per tipologia vigilati dalla Soprintendenza archivistica, ma costituisce un prezioso documento delle modalità di lavoro all’interno del settore archivistico del Ministero negli ultimi decenni.