Paesaggi fiorentini di inizio Novecento nell’archivio di Adolfo Coppedè
Archvio di Stato di Firenze, ingresso dell'edificio
14 marzo - 15 aprile 2022
In occasione della Giornata nazionale del Paesaggio 2022, all'ingresso dell'Archivio si inaugura una piccola esposizione di materiali grafici e fotografici tratti dall'archivio dell'architetto fiorentino Augusto Coppedè (1871-1951), concernenti in particolare Villa Pagani Nefetti (Firenze, piazza San Francesco di Paola 7, angolo via di Bellosguardo) e il Castello di Mezzaratta (Settignano, via Settignanese 24).
I materiali resteranno esposti fino al 15 aprile p.v.
Augusto Coppedè nasce a Firenze nel 1871. Terzogenito di Mariano, inizia la sua formazione presso la piccola bottega d’intaglio ligneo del padre, dal 1885 denominata “Casa Artistica” per “lo studio di tutte le arti dove era curata ogni manifestazione del bello”. Iscritto all’Accademia di Belle Arti, partecipa nel 1898 al Concorso per il Pensionato Artistico di Roma - sezione Architettura, classificandosi al secondo posto e suscitando grande impressione nella commissione d'esame per la sua abilità grafica.
Tra i maggiori impegni di Coppedè, ormai avviato alla professione di architetto all’inizio del nuovo secolo, si annovera la progettazione e l’esecuzione della villa per il cavalier Filippo Pagani Nefetti a Firenze, ai piedi della collina di Bellosguardo. Nata dal rifacimento di una casa colonica, la villa unisce l’impostazione neomedievale del castello a quella del palazzotto signorile cinquecentesco, connotato dal bugnato rustico al piano terra e dalle finestre timpanate al piano nobile. L’imponenza del torrione principale, a pianta ottagona, si manifesta chiaramente a livello paesaggistico, caratterizzando il panorama della zona, già segnato dalla torre costruita all’inizio dell’800 da Gaetano Baccani all’interno del giardino Torrigiani. L’opera, per il suo “impegno tutto vasariano”, vale a Coppedè il “Premio Martelli”, conferitogli dall’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze nel 1908.
Una maggiore adesione al gusto eclettico e decorativo modernista caratterizza le opere, lontane dal gusto misurato fiorentino, realizzate in altre città, come il Palazzo della Nuova Borsa di Genova (1909-12), che consacra la fama di architetto di Coppedè.
Dal 1918 l’impegno di quest'ultimo si allarga anche all’ambito politico: in quell’anno è membro della “Commissione per risolvere i problemi del passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace”; nel 1919-21 è consigliere comunale a Firenze. Sono anche gli anni in cui lavora in città per l’industriale farmaceutico Contri al palazzo detto del “Canto alle rondini” e al castello Mezzaratta, posto sulla collina di Settignano.
Il castello riprende lo schema più volte proposto dal fratello Gino (villino Türcke e castello Bruzzo a Genova), con l’edificio dominato dalla imponente torre d’angolo, il coronamento merlato e le finestre bifore che conferiscono l’aspetto “quattrocentesco” all’insieme. Il complesso caratterizza il panorama collinare sulla strada sinuosa che sale a Settignano dalla città, ricollegandosi alla moda del secondo Ottocento che localmente ha portato alla “riprogettazione” del paesaggio dei colli fiorentini. Ne sono ulteriori felici esempi il Castello di Vincigliata, il campanile della Cattedrale di Fiesole e la Torre del Gallo a Pian de’ Giullari, sulla collina di Arcetri.