Catasti ottocenteschi e archivi aggregati

Archivio di Stato di Firenze

Decreti reali e affari diversi

Gerarchia:

UFFICI CENTRALI » Direzione Generale del pubblico censimento » Decreti reali e affari diversi

Titolo originale:

Decreti reali e affari diversi

Tipologia:

serie

Data:

1848 - 1865

Consistenza:

327 unità archivistiche

Descrizione:

La serie, articolata in 18 sottoserie cronologiche, dal 1848 al 1865, è formata da 327 unità archivistiche, tra filze e buste. La documentazione contenuta nelle unità archivistiche è raggruppata in fascicoli numerati e ordinati cronologicamente secondo l’esito; ogni fascicolo racchiude tutti i documenti posti in essere per la conduzione dell’affare. In questa serie sono archiviati insieme sia i fascicoli relativi agli affari che necessitano l’approvazione sovrana, sia quelli afferenti alle dirette facoltà del Direttore Generale. La formazione della serie è scandita da alcuni mutamenti politici e istituzionali che rappresentano il filo conduttore lungo il quale si sedimentano i documenti. Nel 1848, nel contesto delle riforme amministrative, viene istituita la Direzione Generale del Pubblico Censimento, in sostituzione della soppressa Soprintendenza Generale alle Comunità di cui assume le competenze regolate dalle istruzioni del 1841. Il motuproprio istituivo del 16 marzo 1848 (Imperiale regio ufficio di conservazione del catasto, 47, Rescritti ricevuti, 1848, filza unica, rescritto n. 57) stabilisce che la Direzione, inclusa nella II sezione del ministero delle Finanze, continui ad esercitare il controllo sull’Ufficio di Conservazione del Catasto. La creazione di questo nuovo organismo si inquadra in un disegno amministrativo più ampio che vede la trasformazione delle cancellerie in Uffici del Censo e la nascita delle Prefetture al posto delle Camere di Soprintendenza Comunitativa. Per quanto concerne i decreti, le modifiche che interessano questa tipologia documentaria sono più di carattere formale che di contenuto. L’intento innovativo appare, in primo luogo, nell’impiego del termine “decreto” in sostituzione di “rescritto” che è da collegarsi con l’introduzione del regime costituzionale nel 1848. Fino al 1849, all’interno della serie, il decreto reale viene distinto materialmente dall’affare, perché sulla camicia che racchiude i documenti, è riportata la lettera “R”che in origine indica il rescritto granducale. In seguito, applicando una diversa modalità di archiviazione, la differenza tra decreto e affare non è più segnalata e sulla camicia del fascicolo si afferma l’uso di riportare un breve cenno del contenuto dell’affare. Con il nuovo clima politico, anche l’istruttoria dell’affare che deve essere sottoposto alla ratifica sovrana subisce un cambiamento. Infatti, la relazione con la quale il Direttore illustra il problema e chiede di esprimere la decisione finale viene inviata al ministro delle Finanze e non più al granduca. Il meccanismo del decreto resta invariato anche quando, in seguito ai successivi cambiamenti politico-istituzionali, al dicastero delle Finanze succedono gli altri organismi che dirigono il settore finanziario toscano e cioè il Governo Provvisorio (1859-1860), il Direttore delle Finanze (1860 ottobre-febbraio 1861) e la Soprintendenza alle Finanze (febbraio-ottobre 1861). Con la soppressione della Soprintendenza alle Finanze, avvenuta per regio decreto del 9 ottobre 1861, e l’annessione della Toscana al regno d’Italia, la Direzione del Pubblico Censimento corrisponde direttamente con il ministero delle Finanze del governo centrale, dal quale riceve la partecipazione degli affari che, per legge o regolamento, non può risolvere con le proprie facoltà. Tra la documentazione presente nei fascicoli dei decreti, non compare più la relazione illustrativa formale: il decreto diventa un atto amministrativo il cui svolgimento meccanico è sottolineato dall’uso di un linguaggio completamente burocratizzato e di stampati predefiniti. Questa caratteristica è il risultato dell’organizzazione degli uffici secondo un modello gerarchico piramidale, dove il procedimento amministrativo assicura l’esecuzione automatica delle direttive governative. Riguardo alle materie trattate per decreto, spiccano per la loro quantità, i documenti che si riferiscono alla carriera e al trattamento economico del personale. Infatti, in base al regolamento del 1841, le proposte di nomina, permuta e promozione dei dipendenti pubblici di ogni ordine gerarchico, così come le gratifiche, i sussidi e le pensioni devono essere sottoposte a ratifica sovrana. Successivamente, per effetto del regio decreto del 9 ottobre 1861, una circolare stabilisce che i provvedimenti economici relativi agli impiegati pubblici devono essere autorizzati dal ministero di Finanze del governo sabaudo. Accanto a questi documenti, che costituiscono la quasi totalità dei decreti, troviamo, poi, diversi fascicoli attinenti al catasto di Lucca, concentrati, soprattutto, nelle filze degli anni 1848-1849. Infine, seguono, sebbene meno frequenti, i decreti relativi a temi connessi con la programmazione economica e la gestione finanziaria. Passando ad esaminare gli affari, essi trattano i problemi che spettano alle dirette competenze della Direzione, secondo le disposizioni del già citato regolamento del 1841. Tra le diverse materie attribuite alla Direzione, ricordiamo le pratiche che si riferiscono alle proroghe per le volture, alle decisioni sui reclami contro le stime e sulla loro correzione. Nelle filze, si incontrano, inoltre, numerosi documenti relativi alle missioni, ai congedi brevi accordati ai cancellieri e alle visite ispettive alle cancellerie. Diversi fascicoli raccolgono la corrispondenza intercorsa con le altre amministrazioni dipendenti dal ministero delle Finanze, come la Regia Depositeria e l’ufficio del Registro. Successivamente, nel 1850, con la soppressione dell’Ufficio della Conservazione del Catasto e il passaggio delle relative competenze alla Direzione, il materiale documentario degli affari si arricchisce di nuovi temi. Infatti, le nuove facoltà, conferite alla Direzione a seguito della riorganizzazione amministrativa, determinano la produzione di documenti relativi ai problemi risolti precedentemente dal cessato ente, sempre in base al regolamento del 1841. Si tratta, in primo luogo, dei fascicoli attinenti alle operazioni censuarie e al loro periodico aggiornamento, agli incassi derivanti dal rilascio dei certificati catastali e agli emolumenti dovuti all’erario. Segue poi la corrispondenza tra la Direzione e i cancellieri incentrata sui ritardi o i disguidi incontrati negli aggiornamenti del catasto. Alcuni inserti riguardano l’invio da parte dei cancellieri dei documenti relativi alle variazioni introdotte nella tassazione come l’aumento della tassa prediale (Decreti reali e affari diversi, 1850, n. 30, affare n. 47) e quella sul bollo (Decreti reali e affari dieversi, 1850, n. 32, affare n. 95). E’ presente, in grande quantità, la documentazione relativa alle richieste di chiarimenti avanzate dalle cancellerie sull’applicazione dei regolamenti. Accanto a queste tipologie di affari che si snodano su tutte le filze, troviamo quei documenti che attestano i rapporti con altri organi statali come la Corte dei Conti per richieste di controlli sulle tariffe delle merci e sulle spese straordinarie delle comunità o le Prefetture, per i ricorsi contro il riparto delle tasse. Nel 1861, con la fine dell’autonomia amministrativa della Toscana, concessa con il decreto del 23 marzo 1860, avviene un cambiamento radicale. L’attività della Direzione diventa più complessa e articolata per effetto dell’adeguamento al sistema normativo piemontese. Dal 1862, accanto alla documentazione connessa con la normale attività di questa istituzione, si individuano 3 nuovi gruppi di documenti. Il primo nucleo documentario, abbastanza consistente, è rappresentato dall’invio delle circolari che comunicano alle cancellerie le nuove disposizioni e gli aggiornamenti in materia di fiscalità. Il secondo gruppo è formato dai fascicoli attinenti alle verifiche delle spese comunitative e alle indagini conoscitive promosse dal ministero delle Finanze sul funzionamento degli uffici periferici e sulla situazione fiscale della Toscana (Decreti reali e affari diversi, 1863, n 297, affare n. 74) o sui riparti delle tasse dirette (Decreti reali e affari diversi, 1863, n. 297, affare n. 94). Infine, segue il carteggio con alcuni ministeri e altri organismi del governo centrale concernente la fiscalità, lo stato del patrimonio immobiliare pubblico e la richiesta di mappe e lucidi catastali. Si segnalano, per l’interesse storico che rivestono, un gruppo di documenti (Decreti reali e affari diversi, 1861, n. 270, affare n. 471; Decreti reali e affari diversi, 1862, n. 282, affare n. 91) riconducibili ai lavori della commissione speciale, istituita nel 1861, per cancellare le differenze esistenti in ambito amministrativo tra la Toscana e il Piemonte. La Direzione Generale del Pubblico Censimento venne abolita con l’approvazione della legge provinciale e comunale del 20 marzo 1865 n. 2248, denominata “legge di unificazione amministrativa”, mentre con il regio decreto n. 2455 del 26 luglio 1865, la conservazione del catasto fu unita all’Amministrazione delle Tasse e Demanio. La serie è formata in massima parte da filze legate in pergamena, complessivamente in discrete condizioni, almeno fino al 1862. Dopo tale data, le unità archivistiche, prive della coperta originale, sono formate da fascicoli sciolti condizionati in buste di cartone. Inoltre, la documentazione presenta delle lacune

Note:

Strumenti di ricerca: Elenco di consistenza e scarto. Direzione del pubblico censimento, 1950 circa, p. 701, serie n. 1 Schedatura, 1950 circa Bibliografia: "Leggi e decreti del regno d'Italia", Stamperia reale, Torino, 1861, vol. 1 (dal n. 1 al n. 408), n. 271 "Leggi e decreti del regno d'Italia", Stamperia reale, Torino, 1865, vol. 11 (dal n. 2114 al n. 2753), n. 2248

La documentazione è stata prodotta da:


Redazione e revisione:

  • Susanna Gori (archivista collaboratore esterno) , compilazione