Catasti ottocenteschi e archivi aggregati

Archivio di Stato di Firenze

Archivio dell'Ispezione delle stime

Gerarchia:

UFFICI CENTRALI » Deputazione sopra il catasto » Archivio dell'Ispezione delle stime

Titolo originale:

Archivio dell'Ispezione delle stime

Descrizione:

Il materiale conservato in questa sezione è stato prodotto o ricevuto dall’ufficio dell’ispezione delle stime ed è formato complessivamente da oltre 2000 unità suddivise in più serie e sottoserie. L’ufficio era diretto da Giuseppe Andreini, che insieme al segretario Ferdinando Soldani Benzi, coadiuvato da 5 apprendisti ( Luigi Medici Tornaquinci, Carlo Rimbotti, Tito del Rosso, Giovanni Cantini, Filippo Dini-Castelli) e da un esercito di personale avventizio avevano il compito di verificare le spese comunitative, quelle di mantenimento degli argini dei fiumi e fossi e delle strade, ma soprattutto di vigilare su tutti i calcoli sia della misura che della stima. Dal 1826 l’ufficio fu disciplinato da un regolamento presentato il 22 febbraio dallo stesso Andreini alla Deputazione, secondo il quale, tra le tante cose, competeva all’Ispettore formare e sottoporre all’approvazione della Deputazione il ruolo degli stimatori stabili all’interno dell’ufficio, nonché assegnare ad ognuno di essi la stima di una o più comunità. Appena arrivate le carte catastali dopo la prima ostensione, i periti stimatori dovevano redigere una rapporto e in alcuni casi compilare i calcoli delle stime della comunità assegnatagli. Una volta che i periti avevano consegnato le carte, i lavori relativi alla stima erano regolati all’interno dell’ufficio in modo che non vi fosse alcuna interruzione del lavoro. Le operazioni per giungere all'assegnazione del valore catastale dei diversi beni immobili erano assai complesse, e si articolavano in 9 stati di avanzamento. La prima operazione riguardava la revisione delle Istruzioni e campioni dei calcoli e si articolava a sua volta in due punti importanti: il primo consisteva nel verificare che le Istruzioni fossero conformi al "chirografo" e il secondo che i Modelli o campioni dei calcoli fossero fatti secondo le Istruzioni. Anche il secondo punto si distingueva in due diverse operazioni, cioè nel calcolo primitivo delle stime e poi nella rettificazione dei Calcoli risultati errati. A queste fasi succedeva la terza, che consisteva nella verifica detta del 6 %: veniva scelto un calcolo campione formato da sei stime ogni cento per verificare che i calcoli primitivi fossero eseguiti con correttezza. La scelta dei calcoli da verificarsi era di pertinenza del segretario. Il quarto stato di avanzamento prevedeva il confronto dei due diversi calcoli, quello del 6 % con i calcoli primitivi; se i dati non corrispondevano si procedeva ad un' ulteriore correzione. Il quinto era formato dallo spoglio numerico per massa di coltura, cioè si registravano, in colonne separate, la stima delle diverse qualità dei terreni secondo la varietà dei prodotti coltivati per trovare la rendita media d’un quadrato di terreno di ciascuna sezione e per ciascuna specie di coltura. Successivamente si procedeva alla verifica dello spoglio, sia per quanto riguardava la misura del terreno sia per la rendita netta dei beni per ciascuna sezione. Il settimo prevedeva l’esame dello Spoglio numerico, che consisteva nel confrontarne i risultati con quelli delle sezioni limitrofe per ciascuna specie di coltura, notarne le differenze e quindi contestarli ai periti per ottenere i necessari chiarimenti e correzioni prima di procedere alla compilazione delle Tavole di Stima. L’ottavo stato di avanzamento consisteva nella copia delle Tavole ed infine il nono, nella sua revisione. L' altro importante compito assegnato a questo ufficio e strettamente connesso con la stima, era lo spoglio dei bilanci comunitativi; tale operazione era affidata, sotto l'immediata direzione dell'Ispettore delle Stime, al giornaliero Nimet e all'apprendista Del Rosso. Una volta ottenuti i risultati, la Deputazione li rimetteva ai Provveditori delle camere di Soprintendenza comunitativa per avere il loro parere e quindi li inoltrava all'approvazione del Governo. Per giungere poi ad una corretta stima l'ufficio era incaricato anche di valutare le detrazioni per le spese dei lavori di fiumi e fossi e a questo proposito l'ispettore delle stime formò un ruolo dei periti, approvato dalla Deputazione, che avevano il compito di valutare per ciascun articolo di stima la quota annua delle spese da defalcarsi dalla rendita attribuita ai beni caricati di tali spese. Compiute tutte le operazioni sopra descritte l'Ispettore doveva far redigere i Campioni delle diverse comunità e inviarli alle Cancellerie di pertinenza, poi, una volta approvato il Regolamento per la conservazione del Catasto, sotto la direzione dell'Ufficio delle stime, si sarebbero dovuti copiare i Quadri indicativi e spedirli nelle diverse cancellerie. Tutte queste operazioni portarono alla formazione di una documentazione assai cospicua, custodita, come si può ricavare dal "Catalogo dei documenti che costituiscono l'archivio delle mappe e dei campioni estimali", in diverse stanze del palazzo Medici Riccardi, sede della Deputazione, e affidata alla custodia di un archivista, che operava con l'aiuto di un custode.

Note:

Bibliografia: G. INGHIRAMI - L. DE' RICCI, "Relazione finale al Granduca" in "Segreteria di Gabinetto. Appendice, 244", Firenze, 1834

La documentazione è stata prodotta da:


Redazione e revisione:

  • Sonia Puccetti Caruso (archivista collaboratore esterno) , compilazione