A cura di Vanna Arrighi
Chi cosa e come si scriveva nel Medioevo? Impariamo a distinguere i caratteri della scrittura del mercante/del notaio/del letterato del Tre-Quattrocento
Mentre nel mondo moderno lo scrivere a mano è riservato a usi personali e privati (appunti, cartoline, compiti di scuola), nei tempi più antichi quello manoscritto era l'unico tipo di scrittura conosciuta, adoperato per i libri, per i documenti pubblici (leggi, lettere e comunicati ufficiali, contratti), nonchè per i documenti privati (lettere personali, libri di conti; libri di ricordi o di famiglia).
L'uso massiccio della scrittura a mano richiedeva l'esistenza di scrittori di professione, come i notai, i mercanti, i copisti. Ognuno di questi gruppi professionali usava un tipo di scrittura diversa, perfettamente riconoscibili l'una dall'altra.
La scrittura dei libri e dei documenti era fatta su carta o su pergamena con penna di volatile ed inchiostro. Oltre ai prodotti scrittori tradizionali (libri, lettere, contratti) c'erano poi le cosiddette scritture esposte, tracciate sui muri a pennello o con il carbone o incise su pietra e metallo. Di queste abbiamo qualche esempio nelle scritte di palazzo Davanzati. Per questi ultimi tipi di iscrizioni, si ricorreva per lo più a lettere dell'alfabeto maiuscolo (onciale o capitale), caratterizzato da forme di lettera più semplici, perchè la resistenza del supporto (muro o pietra) consigliava una maggiore ampiezza del gesto scrittorio ed un risparmio di tracciato.
Il percorso didattico cercherà di rispondere alle seguenti domande:
chi scriveva?
che cosa si scriveva?
su quali supporti si scriveva?
quali erano gli strumenti scrittori?
quali erano i luoghi dello scrivere e dove si imparava a scrivere?
Il laboratorio proporrà:
Prove di lettura di alcune parole o frasi elementari prese dai diversi documenti proposti
Prove di scrittura di una semplice frase a partire dall'alfabeto cancelleresco e mercantesco.