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Archivio di Stato di Firenze - Associazione Amici dell'Archivio di Stato di Firenze

PROGETTO ARCHIVI DIGITALIZZATI

Riproduzione integrale di fondi e serie documentarie dell'Archivio di Stato di Firenze

Camaldoli appendice, 1001 - 1866

Il fondo conserva prevalentemente documentazione amministrativa e contabile relativa ai beni di proprieta dell'ente ed alle badie dipendenti sparse sul territorio dell'Italia centrale. In particolare scritture relative ai beni posseduti in Romagna, Maremma, Castel Benedetto, San Savino di Clio, Raginopoli, Lierna, Casalino, Poppi, Val di Chiana, Casentino, Valdarno, Castiglione aretino, S. Giovanni e S. Giglio di Cortona, Poppi, Anghiari, Valialla, Portico, Premilcuore, Subbiano e "Cennina"; agli Ospizi di Firenze, Roma, Arezzo, Cortona, Castiglion Fiorentino; alle Badie di Vigna, Poppiena, Poppi, Tifi, Valialla, Dicciano, S. Maria a Dicciano, Pratovecchio, Prataglia, Musolea, Fonte Farneta, Anghiari, Moggiona, Foiano, Fonte Farneta, Bibbiena, S. Maria a Scardavilla, Ricco, Diacceto, Montecchio, Borgo S. Sepolcro, Pianettole; all'Opera di S. Maria del Fiore di Firenze; ed infine ai beni posseduti nel comune di Soci. Conserva inoltre alcuni nuclei di scritture processuali e testamentarie. La documentazione conservata integra spesso le serie documentarie conservate nel fondo del Sacro eremo di Camaldoli (Corporazioni religiose soppresse dal governo francese, n.39).

Eremo e monastero di Camaldoli: congregazione maschile di monaci eremiti benedettini interpreti della riforma di San Romualdo, nella diocesi di Arezzo. L'eremo fu fondato da San Romualdo (907-1027) su un territorio detto Campo di Maldulo, collocato sull'Appennino nel Valdarno casentinese, donato all'asceta da un signorotto del luogo, Maldolo. Incerta e la data di fondazione: gli Annali del monastero la attribuiscono al 1012, mentre altri studiosi, tra cui Jean Mabillon, la ritengono di poco posteriore a quell'anno. A poca distanza dall'eremo, in localita Fontebuona, sorse, sull'antico castello donato anch'esso dal conte Maldolo, il monastero, il quale negli anni venne anche adibito ad ospizio per i forestieri. Dalla meta dell'XI secolo Camaldoli divenne centro del movimento eremitico-monastico da cui nacque l'ordine camaldolese. Papi, imperatori, principi concessero numerosi privilegi all'istituto. Le norme consuetudinarie furono fissate dal beato Rodolfo nel 1080; la Congregazione fu approvata da Pasquale II con bolla del 4 novembre 1113, quando contava 30 monasteri; constava di eremi e monasteri "sui iuris", e di eremi e monasteri uniti formanti una sola comunita sotto il governo del priore dell'eremo, eletto a vita e coadiuvato da due assistenti. Il sacro eremo di Camaldoli era detto "Casa Madre". Ogni tre anni si celebrava una dieta e, ogni sei, il capitolo generale. Esistevano anche monache camaldolesi.

Note

Progetto di digitalizzatone finanziato dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria nell’ambito delle celebrazioni del “Millenario camaldolese” nell'anno 2012; oggetto della digitalizzazione sono stati circa settanta pezzi tra Atti capitolari, repertori e registri, estimi, saldi etc.

Date estreme

1001 - 1866

Consistenza

1089 fra registri e filze - 1-462bis, 463-559bis, 560-584bis, 585-599bis, 600-911bis, 912-1060bis, 1061-1082 - numerazione di corda unico per tutto il fondo

Riferimenti

Unità archivistiche

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