Ricordo di Sandra, in apertura del Concerto a lei dedicato

      Oggi ricordiamo Sandra, ascoltando insieme la musica che amava, in questa sala dove abbiamo vissuto con lei tanti momenti belli ed importanti; innanzitutto, vogliano ringraziare i suoi familiari di essere qui con noi, di aver curato la definizione del programma del concerto e di averci aiutato a concludere questo incontro con  un momento amichevole e rasserenante. 
      Con Ernestina, presidente dell'associazione Archivio per la memoria e la scrittura delle donne, desideriamo rivolgere a tutti voi un saluto, che iniziamo ricordando brevemente la  presenza di Sandra nell'Archivio di Stato di Firenze, dove dal 1983 e per oltre un ventennio, ha svolto, con passione,  un'intensa attività professionale. Stima ed affetto sinceri e reciproci la legavano a tutto il personale dell'Archivio, e attenta e forte era la sua partecipazione alla vita dell'istituto; profondi i suoi vincoli di amicizia con colleghi e studiosi, con i quali intratteneva un intenso scambio umano e intellettuale. In questo breve intervento non potremo ricordare, come avremmo voluto, i nomi di tutti, che sono tanti e che restano comunque sottesi a quanto verremo dicendo.
      Già dal 1975 Sandra frequentava la sala di studio dell'Archivio per la sua tesi di laurea, e prima ancora del suo ingresso nel Ministero per i beni culturali e ambientali, seguiva i corsi della Scuola di specializzazione in archivistica, paleografia e diplomatica; Scuola nella quale sarà poi, per un quindicennio, appassionata docente di Storia delle istituzioni toscane in età lorenese, riuscendo a trasmettere agli allievi "il senso della dinamicità e della vivacità che animano il fecondo intreccio fra archivistica e storia delle istituzioni", come ricorda Lorenzo Valgimogli, che ne fu allievo, in una sua recente e cara lettera.
      In occasione del trasferimento dell'Archivio dalla sede degli Uffizi a quella attuale, Sandra si impegnava con entusiasmo e generosità in quella complessa e faticosa operazione, conducendo insieme con i colleghi un'approfondita e illuminante riconsiderazione della storia dell'Istituto e degli imponenti complessi documentari da disporre nel nuovo edificio, secondo un ordinamento generale che restituisse il senso della formazione e della trasmissione di questi archivi.
      Era animata da una vera passione per la storia e per lo studio delle fonti documentarie, cui si accostava con una capacità interpretativa sempre originale e penetrante, nutrita da una vastissima cultura e da una non comune, intelligente sensibilità. Univa a ciò uno spiccato gusto per la scrittura, che costituiva per lei un'autentica necessità creativa; e scriveva di storia con una prosa brillante e fortemente espressiva, che nel tempo sarebbe diventata sempre più ariosa, elegante e affinata.
      Forte della sua straordinaria conoscenza degli archivi del Settecento, che aveva iniziato a studiare con la tesi di laurea, svolgeva ripetute missioni di studio presso l'Haus-Hof-und-Staatsarchiv di Vienna, redigendo progressivamente una Guida dei  fondi là conservati, relativi alla storia toscana nel XVIII secolo.
      Sandra aveva una concezione larga  e coinvolgente dei suoi compiti d'istituto; come Responsabile del settore degli archivi lorenesi, si dedicava  con grande attenzione all'ordinamento, alla tutela e allo studio di quelle fonti, partecipava attivamente al dibattito storiografico internazionale con contributi sempre originali e organizzava impegnative iniziative pubbliche, quali nel 1994, il convegno internazionale Il Granducato di Toscana e i Lorena nel secolo XVIII.
     
Nel 1997, prendeva parte alle manifestazioni con cui s'intese sottolineare la felice conclusione dei lavori di inventariazione degli archivi di corte del Granducato di Toscana e  dava un apporto fondamentale alla mostra La Corte in Archivio e al convegno La Corte di Toscana dai Medici ai Lorena.
      Agiva con unottica culturale che trascendeva rigide periodizzazioni e travalicava limitanti recinti istituzionali; dall'Archivio e per l'Archivio, tesseva feconde collaborazioni, tra le quali è da ricordare la partecipazione ai "cantieri di lavoro" promossi da Elena Fasano Guarini e dall'Università di Pisa per l'edizione di fonti documentarie medicee: partecipava, così, con Francesco Martelli, al quale la univa una lunga comunanza di studi e di lavoro, al comitato scientifico per l'edizione critica delle lettere scritte dal principe Ferdinando dei Medici al padre e al fratello granduchi, negli anni in cui come cardinale risiedeva a Roma e, con Gigliola Fragnito, ne curava un volume per conto dell'Istituto di storia moderna e contemporanea; inserita, per i suoi lunghi e rilevanti studi di storia politica e diplomatica, nel progetto strategico dell'Università italiana, dal titolo Italia non spagnola e Spagna tra '500 e '600, curava un volume delle Istruzioni agli ambasciatori fiorentini nel XVI secolo, la cui pubblicazione è imminente.
      Assai vasta è la bibliografia dei suoi studi di storia politica, istituzionale e di argomento archivistico. Ricorderò soltanto, emblematicamente, l'inventario, con un'ampia introduzione storica, degli archivi delle Podesterie di Sesto e Fiesole, pubblicato nel 1993, la cura degli atti dei convegni poco fa ricordati e il suo basilare volume sullo spazio internazionale dei Lorena in Toscana nel Settecento, La reggenza lorenese fra Firenze e Vienna, uscito nel 2002 nella collana "Studi" della Colombaria. Per sopperire alla laconicità di queste citazioni, abbiamo esposto nelle vetrine di questo auditorium alcune delle tante pubblicazioni scientifiche di Sandra, spesso realizzate in un fervido clima di collaborazione con amici e colleghi.
           Dal 1998 si aggiungeva ai già vasti ambiti di studio e di lavoro coltivati da Sandra un nuovo, fondamentale campo d'indagine e di riflessione storiografica: quello della scrittura delle donne, quale fonte privilegiata per la storia di genere, fonte nascosta e ignorata e perciò da riscoprire, censire nei suoi diversi luoghi di conservazione, valorizzare e - soprattutto per la contemporaneità - salvaguardare. Sarà Ernestina a chiarire il significato e gli esiti straordinari dei nuovi interessi di Sandra, in una prospettiva ancora aperta.
     Per l'Archivio di Stato, accogliere le proposte venute da Sandra, con Ernestina e Maria Fancelli, significava partecipare alla costruzione dell'associazione Archivio per la memoria e la scrittura delle donne, allargando  la propria fisionomia istituzionale e aprendosi a problematiche storico-archivistiche innovative e di grande attualità, fortemente intrecciate con le proprie più note e tradizionali specificità. Ne scaturivano nuove amicizie e stimolanti e fattive relazioni con la Facoltà di lettere dell'Università di Firenze, con l'assessorato alla cultura della Regione Toscana, con l'Ente cassa di risparmio di Firenze; è bello ricordare oggi il premio per l'arte contemporanea che l'assessore Zoppi volle conferire un anno fa a Sandra, presidente dell'Archivio per la memoria e la scrittura delle donne e all'Archivio di Stato, ex aequo con Flora Wiechmann Savioli, per l'azione comune svolta a vantaggio della memoria dell'arte contemporanea.
     Grazie ad un'azione sinergica con l'Associazione e con la Soprintendenza archivistica per la Toscana, si acquisivano archivi e nuclei di documentazione di scrittrici e di artiste contemporanee; e furono molte le iniziative scientifiche e culturali realizzate insieme; ricorderò soltanto il convegno internazionale su Le donne Medici nel sistema europeo delle Corti, ideato da Sandra, con il concorso di un comitato scientifico largamente rappresentativo. Nell'ottobre 2005, il convegno coronava una collaborazione istituzionale ormai consolidata, e mentre Sandra, vincitrice di concorso universitario, si apprestava a lasciare l'Archivio per assumere la docenza di Storia moderna nell'Università di Siena, l'associazione rappresentava per noi e per lei un rassicurante elemento di continuità, che oggi intendiamo riaffermare, anche in nome di quella "grande fede nelle cose alte della vita (la cultura, l'arte) che tessono continui dialoghi", che Grazia Livi qualche tempo fa ci ha affettuosamente ricordato e che con Sandra, in questi anni, abbiamo avuto la fortuna di condividere e praticare, in un clima di fraterna amicizia.
     Prima di passare il microfono ad Ernestina vorrei lasciare la parola a Sandra, leggendovi qualche frase, da un messaggio che mi scriveva per e-mail lo scorso 4 maggio, riflettendo sul suo e sul nostro lavoro:

"Sto preparando il corso sulla scrittura delle donne e mi sono rimessa a studiare: è sorprendente quanto il dover comunicare ad altri ti porti a concentrarti, a sfrondare: è forse in questo sforzo che sta il fascino dell'insegnamento, la sua sfida, che si apre il giorno della "lezione". Mi sono rimessa sul volume di Gabriella (Per lettera - il libro di G. Zarri, presentato in questa sala proprio da Sandra, con Calvi e Bizzocchi -). ... che bella costruzione: la pluralità di voci delle autrici è tenuta in mano da una regia sapiente. C'è un mucchio da imparare e senza indulgenze o semplificazioni. Molte facce della questione, consapevolezza teorica, narrazione ...Questo libro è molto diverso dal nostro "Carte di donne" - il volume curato da Sandra e Anna Scattigno - più familiare il nostro, più strumento di scoperte ancora da approfondire. Grande mappa geografica della nostra galassia scritturale. Fili lunghi dal Quattrocento fino alla nostra Fiamma Vigo. Forse un po' polimorfo e diseguale ma con la voce delle nostre amiche giovani. Viva la diversità!".

     La associazione "Archivio per la memoria e la scrittura delle donne", che Sandra, insieme a noi, ha ideato, nel 1998, che ha costruito nel tempo pazientemente e con entusiasmo inesauribile, e che ha guidato come Presidente dal 2003 fino al luglio del 2006, d'ora in avanti porterà il suo nome. E' nel suo nome e nel suo ricordo che noi, le compagne del Direttivo e le socie tutte, ci impegneremo a farla crescere e operare.  Sandra ha creduto nella possibilità di infondere in questa associazione una nuova vitalità, di trasformarla in qualcosa di duraturo e di importante. E ha lavorato fino all'ultimo nell'organizzazione e direzione di iniziative originali e impegnative come il censimento delle scritture femminili in Toscana dal 500 a oggi, un progetto che ha visto il sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Regione toscana, e che ha consentito di individuare e descrivere nuclei di scritture di donne in archivi pubblici e privati di tutta la Toscana. Carte di donne è il titolo del primo volume di saggi e schede archivistiche, curato da Sandra con Anna Scattigno nel 2002, dando conto del poderoso lavoro di ricerca e di scavo effettuato. Il secondo volume, sempre a cura di Sandra e Anna, sta per uscire, mentre i materiali analitici del censimento vengono proprio in questi giorni resi consultabili on line nel sito web della associazione, onorando così il grandissimo impegno pluriennale di cui Sandra è stata l'impareggiabile animatrice. Contemporaneamente Sandra lavorava all'ideazione e preparazione di convegni, di mostre - come quella di Fiamma Vigo - di pubblicazioni, facendo tutto con passione e con rigore, impegnandosi nei campi più diversi, dal lavoro d'archivio alla ricerca storica, dall'insegnamento universitario alla stesura di importanti saggi e libri, sempre con un senso vivissimo dell'amicizia e della collaborazione solidale di gruppo.  La radice delle molteplici cose fatte stava certamente nella sua passione umana e culturale, nell'amore per gli oggetti dello studio, per la storiografia intesa come luogo di incontro,  come intreccio di esperienze e di possibilità di vita. Era come se fosse, se si sentisse sempre alla guida e al servizio di una comunità reale e ideale, di cui condivideva le passioni, le speranze, il gusto della vita e del gioco.
     Per ricordarla abbiamo scelto la musica, e in particolare brani che lei amava, scelti dal marito Marcello, brani di Mozart, Schubert, Beethoven, che il Quartetto PierROt della Scuola di musica di Fiesole suonerà tra poco. Abbiamo scelto la musica per ricordare Sandra, e non le tante parole che avremmo potuto dire e che ci sembrano comunque goffe e inadeguate. La precisione, la leggerezza, l'armonia della musica, allora, risuoneranno per lei. La riunione qui di tante persone che la hanno conosciuta e che le hanno voluto bene parla da sola, perché questa non è una cerimonia, perché non sarebbe stata in sintonia con lo stile originale e libero, sempre gaio e profondamente vitale di Sandra. Pochi come lei, secondo me, conoscono l'arte e il gusto di levare forza di gravità alle cose.
    Sono tanti i territori della cultura che hanno attratto la sua curiosità e che lei dominava con caparbietà e disinvoltura. Sandra è stata anche una grande lettrice di letteratura, una profonda conoscitrice di testi letterari, italiani e stranieri. Ne discuteva quasi sempre con noi, con competenza e acutezza invidiabile, e rimpiangeva alle volte, un po' per scherzo un po' per davvero, di non essere stata una letterata. Basta ascoltare l'eleganza e la vivacità, la piacevolezza del suo stile, nei suoi saggi di storia, per capirlo. Ci siamo divertite un mondo, Sandra ed io, a scrivere i nostri Dialoghi al confine fra storia e letteratura, da cui prendiamo una breve citazione per farvi ascoltare il ritmo e la forza della scrittura di Sandra:

E qui inizia il mio controcanto - scrive Sandra in un saggio-dialogo dal titolo "Io senza garanzie"- un controcanto da storica ma anche da ricercatrice degli archivi quale io sono, che riflette sui tempi lunghi dell'evoluzione della memoria, e in particolare sulle forme dell'evoluzione della memoria delle donne. La mia funzione è un po' quella del grillo parlante che interrompe il flusso della contemporaneità, che cerca di rintracciare segni lontani, raccontare altri contesti, misurare gli scarti: che cerca di far dialogare le donne di oggi con il sé delle donne del passato. [...] Di queste scritture nascoste, sofferte, o addirittura cedute, rubate, di questi  sempre ambigui e sfuggenti paradigmi dell'emancipazione, pensiamo si debba oggi ricostruire insieme, fra letteratura e storia, il tragitto di lungo periodo. [...] Dovunque emergono le composite strategie che le donne furono in grado di intessere, e di testimoniare nella parola scritta, pur muovendo tutte dallo spazio stretto loro concesso: dai perimetri stretti della Calvi, dai recinti della Zarri o dai margini della Davis. Si tratta di dar voce a quella composita e polifonica strategia in un contesto che non può che ricordarci il dovere di rispondere, a più di due secoli di distanza, a quella ironica e fine critica della Austen nell'Abbazia di Northanger: "Quanto alla storia vera e propria, la storia seria e solenne, non riesco a trovarla interessante... ad ogni pagina litigi di papi ed imperatori, guerre e pestilenze... le donne praticamente non ci sono mai: è una noia terribile."

     Sandra ha saputo penetrare in profondità entro gli strati interni delle fonti storiche e dei processi storici e istituzionali  - come ben sanno gli amici e le amiche dell'Archivio di Stato, della Società degli storici modernisti e della Società delle Storiche, di cui lei, con fierezza, faceva parte - dedicandosi anche agli Studi di Genere e allo studio della storia delle Istituzioni, materia, questa, che ha insegnato per alcuni anni all'Università di Teramo, prima di andare a insegnare per un anno Storia Moderna all'Università di Siena (un impegno che ha amato e onorato fino all'ultimo), dedicandosi sempre allo studio di strutture, viste sempre in movimento, strutture sempre aperte, elastiche, mai concluse e chiuse definitivamente. Tutto ciò che lei faceva, veniva fatto e offerto - come tutti sanno - con affascinante understatement.
     Abbiamo detto poche cose buttate giù per ricordarla a chi la ricorda sicuramente meglio di così, poche righe che servono solo per fare approdare il ricordo, dentro di noi, alle tante giornate passate insieme, ai tanti studi, alle tante iniziative e ai tanti impegni e progetti accumulati e ancora in corso, che restano come testimonianza viva di lei, delle energie meravigliose da lei vulcanicamente messe in moto, energie coraggiosamente profuse per la creazione e l'organizzazione e la crescita della nostra associazione che è conosciuta e ormai seguita come modello sul piano nazionale e internazionale, come provano le numerose occasioni  e convegni in cui Sandra è stata chiamata a parlare della Associazione, da Roma a Napoli, a Milano, a Trento.
     E' stato un grande dono, un privilegio averla come amica. La abbiamo vista da vicino, Sandra, abbiamo condiviso con lei tante cose, per decenni di vita e lavoro comune - il liceo, l'esame di maturità (preparato a Capezzana), l'università, le gravidanze, i parti, la crescita dei figli, i viaggi, le lotte e le utopie politiche, i concorsi universitari, le gioie, gli spaventi, i libri, le vacanze, le imprese intellettuali, le serate a parlare,  e soprattutto i moltissimi divertimenti - con lei abbiamo collaborato, fianco a fianco, giorno dopo giorno, con un senso di complicità irripetibile, e la abbiamo ammirata nel suo tenace e personalissimo procedere in questo impegno comune affrontato sempre con pazienza e divertita impazienza, con slanci e fatica, senso dell'avventura e entusiasmo contagiosi, vedendola risolvere con rabdomantica e fulminea intelligenza i problemi più diversi e complessi.
     La associazione per lei e per noi è stata una delle cose più importanti realizzate e nello stesso tempo un grande gioco, una creatura partorita in comune. In sintesi, l'associazione è stata perfino, negli ultimi anni, lo spazio prezioso e attivo della nostra amicizia. E' stato un impegno costante e generoso, il suo, a mantenere vivo, dentro l'associazione, uno spazio per le cose che contano, per la amicizia, per la ricerca, per la memoria storica, per la letteratura, per l'arte, per un'ipotesi, perché no, di civiltà europea pensata un po' di più attraverso la lente delle donne (come dimostra il convegno internazionale, Le donne Medici nel sistema europeo delle Corti, da lei ideato e organizzato per l'ottobre del 2005, i cui atti stanno per uscire con la cura degli amici carissimi Giulia Calvi e Riccardo Spinelli). E' con Sandra, e per Sandra, che bisogna guardare con speranza al futuro. Grazie.

     Rosalia Manno Tolu               Ernestina Pellegrini

Archivio per la Memoria e la Scrittura delle Donne