Mimi KHALVATI (Iran - G.B.)


Mimi Khalvati Nata a Teheran nel 1944, vive in Inghilterra e scrive in inglese. E’ cresciuta sull’Isola di Wight e ha frequentato il Drama Centre di Londra. Ha lavorato come regista al Theatre Workshop di Teheran, traducendo dall’inglese al Farsi e producendo nuovi testi. Ha contribuito a fondare la compagnia "Theatre in Exile".
Vive ad Hackney e insegna al Goldsmiths College, coordinando laboratori e corsi di scrittura creativa a Londra.
Ha pubblicato cinque raccolte per Carcanet Press di Manchester, tra cui White Ink (1991) e Mirrorwork (1995). Il suo ultimo libro è The Chine (2002).

Scrivendo lettere

Domenica, dopo la funzione, scrivevamo lettere.
Si tracciavano righe a matita su posta aerea. Gli indirizzi
davanti e dietro spesso portavano lo stesso nome,
perfino le stesse iniziali, perché in certi paesi
non si curano di tracciare righe sottili tra
famigliari con un alfabeto.

Quelle che si ricordavano il loro primo alfabeto
riempivano la pagina di lettere
incerte, mentre le altre le invidiavano. Tra
loro c'era la riga sottile di chi possedeva indirizzi
che sillabavano casa, casa che risuonava di paesi
ancora caldi sulla lingua, che risuonavano ancora
del loro nome,

e chi possedeva indirizzi freddi come un nome
che nessuna riusciva a pronunciare in un alfabeto
senza k-h. Alcune di noi lasciammo i nostri paesi
indietro insieme con i nostri nomi. Scrivemmo lettere
a figure immaginate: indirizzi
ai cari, carissimi, e dovevamo saper distinguere tra

loro, indovinare le regole, sapendo che la scelta tra
calore e riserbo si faceva in nome
della lealtà. Imparando i nostri indirizzi
a memoria, il cuore imparava un alfabeto
di porte, strade dietro altre strade, dove le lettere
di bambini sembravano lontane come le nostre da lontani paesi.

Paesi che in seguito rivisitammo; paesi
recuperati e di nuovo ripudiati, prese come eravamo tra
due alfabeti, il davanti e il dietro delle lettere.
I nomi delle strade
cambiano; cambiano lealtà: il nome
d'un re per un santo. Persino l'alfabeto
del cuore deve riallinearsi quando i vecchi indirizzi

affondando sotto cavalcavia e nuovi indirizzi
non appaiono mai in libri dove i loro paesi
sono presi per letti. In un alfabeto
di silenzio, polvere, dove la distanza tra
caro e carissimo è il deserto, dove nessun nome
è tracciato nella sabbia, nessuna mano innamorata scrive lettere

nessuno dei miei indirizzi sa distinguere tra
accampamento e casa, nessuno dei miei paesi da’ il nome
a questo alfabeto come un motivo per scrivere lettere

(trad. Brenda Porster)