June JORDAN (U.S.A.)


Nata ad Harlem nel '37 è deceduta, per un aggravarsi del male di cui soffriva da tempo, il 14 Giugno 2002. Poetessa, narratrice, saggista e attivista politica, è stata una delle voci più celebri dell’America contemporanea. Ha insegnato Letteratura inglese in molte università statunitensi prima di approdare alla cattedra di Studi Afro-americani dell’Università di California a Berkeley, dove ha diretto il progetto ‘Poetry For the People’. Jordan esordisce su Negro Digest e Black World, le riviste da cui si sviluppò il movimento "nazionalistico" Black Aesthetic negli anni sessanta. I primi volumi contengono poesie storiche che ridefiniscono l’America attraverso l’evidenziazione della sua realtà multiculturale e multirazziale. Le raccolte successive continuano ad esplorare questi temi e riflettono il crescente interesse per il femminismo e per i movimenti di liberazione.

Da Nicaragua Libre; fotografia di Managua

L’uomo non è bello.
L’uomo non è brutto.
L’uomo sta imparando a leggere
da solo.
Siede su una sedia di cucina
sotto un banano.
Tiene in mano il giornale.
Segue ogni parola col dito
e apre la bocca al suono.
Vicino alla sedia il vecchio fucile V-Z
sta appoggiato, carico.
Sua moglie scaccia un porcellino con una scopa
fatta in casa e poi scaccia sua figlia che rincorre
il porcellino.
Il vicino rigoverna con l’acqua di una botte
dopo il lavoro.
Il pavimento sporco della sua casa è stato spazzato.
Lo sporco intorno alla sedia dove siede
è stato spazzato.
Ha spazzato lo sporco due volte.
Lo sporco è pulito.
Lo sporco è il suo sporco.
L’uomo non è bello.
L’uomo non è brutto.
L’uomo sta imparando a leggere
da solo.

(trad. Elisa Biagini)