Nel 1728 venne costituita una società per azioni (100 azioni del valore di 100 ducati) di cui furono promotori il marchese Neri Corsini, nominato depositario generale e cassiere, e il cavalier Francesco Maria Buondelmonti, segretario, e a cui aderirono vari nobili e notabili fiorentini. Scopo dell'impresa era di "arricchire il pubblico delle più belle stampe della città di Firenze" ovvero pubblicare le opere d'arte toscane con stampe, libri, disegni e rami. Bastiano Bianchi fu incaricato della soprintendenza ai disegni, agli intagli e alla collaborazione con i professori. Il Monte di Pietà ebbe subito a che fare con la società divenendo giudice delegato delle varie cause che questa ebbe e con gli appaltatori della carta e con i vari stampatori di cui essa si servě. Pur con corrispondenti e acquirenti in varie città d'Europa, la gestione economica della società subě varie traversie, e arrivò in gravi condizioni al 1751 (con 17.000 ducati di debito), quando il Monte fu dal Granduca fu autorizzato a soccorrerla con un prestito di 7.000 ducati, la differenza del passivo con il capitale sociale. Il persistere delle difficoltà e il mancato rimborso portò alla liquidazione della società e all'incameramento del suo archivio da parte del Monte.
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