Il fondo
Il fondo, conservato nell'Archivio di Stato di Firenze, consiste nella documentazione relativa agli stemmi delle famiglie toscane, prodotta da Enrico Ceramelli Papiani (1896-1976), rinomato araldista.
La Raccolta si presenta come una serie di 7906 fascicoli, raccolti in 112 scatole originali di cartone, contenenti un numero variabile di fascicoli, la cui coperta reca i timbri della Raccolta, così come ogni foglio in essi contenuto. Ognuno dei fascicoli è intestato a una famiglia toscana, nobile o comunque recante qualche rilevanza di carattere storico.
La genesi stessa della Raccolta ha determinato l'ordine in cui si trovano sistemati i fascicoli. In massima parte essi si possono ascrivere a due serie compatte, nelle quali i nomi delle famiglie compaiono in ordine alfabetico: la prima si riferisce a famiglie fiorentine o che abbiano ottenuto la cittadinanza fiorentina, la seconda a famiglie del resto del territorio geografico della Toscana, anche al di là dei confini del granducato.
L'analisi di fonti reperite e analizzate in tempi evidentemente successivi ha poi determinato l'aggiunta di numerosi altri fascicoli, in genere raggruppati per luoghi di origine delle famiglie, i quali probabilmente dovevano in un secondo momento essere inseriti in ordine unico con le prime serie. Lo stesso si può dire di fascicoli contenenti riproduzioni di stemmi e altre notizie, relativi a famiglie toscane e non, che pur presentando gli stessi caratteri estrinseci, non sono stati inseriti in tempo nella Raccolta, e si trovano ancora conservati nell'archivio della famiglia Ceramelli-Papiani, donato al Comune di Colle Val d'Elsa (Siena).
Ciascun inserto della Raccolta contiene la riproduzione fotografica o il lucido degli esemplari dell'arma della famiglia ritrovati dall'autore nelle fonti che citeremo in seguito, con particolare riguardo alle possibili varianti che spesso essi hanno riportato nel corso del tempo oppure a causa della loro adozione da parte di vari rami o individui della famiglia. Insieme a questa documentazione araldica, la maggior parte dei fascicoli contiene una serie di annotazioni genealogiche, tratte da pubblicazioni e carte d'archivio, costituite da alberi genealogici e/o indicazione della posizione onorifica assunta da componenti della famiglia.
Ogni fascicolo è corredato inoltre da una carta in cui è riassunto il blasone principale e nella quale sono eventualmente riportati i dubbi e le proematiche relative sia alla definizione degli elementi dello stemma, sia all'identificazione stessa della famiglia, talvolta non bene differenziabile rispetto ad altre con lo stesso cognome.
Fonti utilizzate dal Ceramelli Papiani per la Raccolta: accanto a una documentazione tratta dal «vivo» dei palazzi e delle chiese della Toscana, l'altra fonte non meno importante per la realizzazione della Raccolta è costituita dai documenti e dai codici d'archivio, alcuni dei quali posseduti dal Ceramelli stesso, ma per la maggior parte conservati negli archivi pubblici della Toscana.
Archivio di Stato di Firenze:
- Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza. Questa istituzione fu creata il 31 luglio 1750 allo scopo di mettere ordine nell'attribuzione dei titoli nobiliari, relativi agli antichi centri principali del granducato. Tutto il relativo archivio è stato utilizzato e citato nei fascicoli del Ceramelli, sia per i riferimenti genealogici, sia per la riproduzione degli emblemi araldici.
La serie più rilevante è quella delle Filze di Processi di Nobiltà (ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza, nn. 1-113), che raccoglie la documentazione presentata dalle famiglie della Toscana per ottenere il riconoscimento della Nobiltà o del Patriziato; essa consiste nell'indicazione e descrizione dello stemma della famiglia, in alberi genealogici, tendenti a dimostrare l'antichità e l'importanza dell'ascendenza, oltre a ogni tipo di attestati comprovanti titoli, cariche e riconoscimenti ottenuti dai richiedenti o dai loro antenati.
La maggior parte della documentazione fu presentata al momento dell'istituzione della Deputazione, mentre altre filze costituiscono gli «aggiornamenti» effettuati a partire dal 1786, fino al 1856.
Una copia degli stemmi presentati dalle famiglie venne riunita in una preziosa serie di sei Filze di armi gentilizie (ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza, nn. 226-231), la terza delle quali è andata perduta durante la seconda guerra mondiale. Esse rivestono un notevole interesse, sia perché costituiscono una raccolta unitaria delle armi gentilizie toscane in epoca lorenese, sia perché, per la varietà dell'esecuzione, delle forme e delle decorazioni, testimoniano in modo vivace del gusto estetico dell'epoca, arrivando in certi casi a livelli di vere e proprie opere d'arte.
Le armi e l'albero genealogico delle famiglie effettivamente ammesse nel novero del patriziato e della nobiltà vennero riprodotti nei cosiddetti Libri d'oro (ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza, nn. 178-223), 46 grossi volumi rilegati con coperte di cuoio, decorate con borchie e targhe metalliche, che testimoniano con la loro stessa solennità estrinseca l'ufficialità della raccolta. Osservando gli stemmi ivi riprodotti, resi tutti simili per forma e stile, e confrontandoli con gli originali delle filze precedentemente citate, si notano, al di là di un perfezionamento estetico delle configurazioni, errate interpretazioni di alcune figure o addirittura l'esecuzione al contrario di alcuni stemmi, dovuta all'uso non corretto dei «lucidi» da parte dei copiatori ufficiali della Deputazione: tutto ciò ha dato adito a difficoltà di classificazione degli stemmi stessi, spesso riportata nelle analisi del Ceramelli.
- Manoscritti. Tra le fonti di questo archivio utilizzate dal Ceramelli Papiani la più antica è il cosiddetto Libro antico d'armi (ASFi, Manoscritti, n. 472): esso contiene 490 stemmi, disposti sei per pagina, disegnati a sanguigna e numerati progressivamente fino a 240, seguiti da altri stemmi non numerati, disegnati in matita nera.
Una nota posta alla fine del volume ne testimonia la genesi: «Finito di copiare questa filza d'arme a di 22 aprile 1666 da me Cosimo della Rena da uno originale antico del 130[2] che è in mano al sig. Giovanni Ticci, ben conservato con l'Arme colorite e ben fatte, le quali io ho tutte lucidate come stavano nell'originale.
Lo stile degli scudi e delle figurazioni in essi contenute convalidano l'affermazione che l'opera originale risalisse all'epoca medievale, recando esse un'indubitabile impronta gotica: costituiscono quindi una rara testimonianza dell'araldica trecentesca in Toscana.
Alcuni dettagli e l'indicazione degli smalti eseguita a penna evidentemente in anni successivi, si devono attribuire alla revisione compiuta da Lorenzo Bini nel 1687.
Un volume che si riferisce a una ben definita fonte araldica è quello intitolato Armi di famiglie Fiorentine estratte da vari luoghi, e specialmente dalle Potesterie (ASFi, Manoscritti, n. 476), raccolta organizzata da Giovan Battista Dei, contenente manoscritti di Cosimo della Rena, Raffaello Maffei, Stefano Rosselli, Paolo Minucci e Pier Antonio dell'Ancisa, risalenti al XVII secolo.
L'uso tenuto nel corso dei tempi dai fiorentini di apporre il proprio stemma sugli edifici dei centri dove andavano a ricoprire cariche pubbliche, ha creato sulle facciate e nei cortili di molti palazzi pretori, in città grandi e piccole, una vera summa di araldica fiorentina, molto utilizzata dal Ceramelli, spesso attraverso l'osservazione diretta dei manufatti scultorei.
In questo caso, la raccolta manoscritta, contenuta nel suddetto volume, sembra tuttavia non avere avuto origine dalla trasposizione grafica degli stemmi delle facciate dei palazzi, quanto piuttosto raccogliendo le armi riprodotte sulle copertine pergamenacee delle filze degli archivi delle varie giusdicenze, solo in parte conservati nell'Archivio di Stato di Firenze.
Ai codici citati se ne possono aggiungere altri, sempre appartenenti al fondo Manoscritti dell'Archivio di Stato di Firenze: la filza n. 471, Armi di Firenze, Città, terre e Castelli, e famiglie Fiorentine, forse opera di Giovan Battista Dei, volume prezioso per brillantezza di colori e precisione del disegno, tuttavia incompleto nell'esposizione delle armi delle famiglie fiorentine; il volume Armi di famiglie fiorentine (Manoscritti, n. 473), raccolte da Gabbriello Landini nel 1644, completo di indice dei nomi e tavole blasoniche; il Sepoltuario Fiorentino di Stefano Rosselli (1657) (ASFi, Manoscritti, nn. 624-625), dettagliata descrizione delle molte sepolture che si trovavano, e in parte si trovano, nelle chiese di Firenze, recante piccole riproduzioni a penna e acquerello monocromo degli stemmi su di esse presenti; il Sepoltuario della Chiesa e Convento di S. Maria Novella di Firenze (ASFi, Manoscritti, n. 812), copia dell'opera originale di Niccolò Sermartelli del 1617, corredato di riproduzioni di stemmi di fattura approssimativa, spesso colorati; infine il piccolo volume di Armi di Famiglie Pisane (ASFi, Manoscritti, n. 635), contenente una serie di stemmi disegnati in uno stile legato al gusto settecentesco.
- Prioristi. Fin dal secolo XIV vennero compilati dal Comune di Firenze registri contenenti i nomi di coloro che avevano ricoperto le cariche di Priore, Gonfaloniere di Giustizia e dei relativi Notai, elencandoli in successione cronologica: tali registri sono parzialmente conservati ancora oggi nell'archivio delle Tratte (cfr. ASFi, Tratte, nn. 57-66).
Contemporaneamente, ma soprattutto negli anni del Principato, al fine di individuare in modo documentato la nobiltà dell'ascendenza delle famiglie fiorentine, sia per l'attribuzione di cariche pubbliche che lo richiedevano, sia per l'ammissione all'Ordine di Santo Stefano, vennero redatti dei Prioristi ordinati non più cronologicamente, ma per famiglie. Diversi eruditi furono incaricati in varie epoche di compilare questi elenchi, oggi conservati in grande numero in biblioteche e archivi, e anche nell'Archivio di Stato di Firenze, soprattutto nei fondi di famiglie private, nei Manoscritti e nelle Carte Strozzìane.
Un cenno particolare merita il Priorista fiorentino di Bernardo Benvenuti e Lorenzo M. Mariani, più noto come Priorista Mariani (ASFi, Manoscritti, nn. 248-254).
Il Priorista Mariani può essere considerato il più completo e il più importante anche da un punto di vista esteriore, in quanto nei suoi sei volumi, più uno di indice, riporta i dati genealogici delle famiglie e preziose riproduzioni a colori dei loro stemmi, resi con varietà ed eleganze di forme, superiore anche a quella dei successivi Libri d'oro.
L'incarico di compilare quest'opera venne affidato dal Gran Principe Ferdinando de' Medici a Bernardo Benvenuti nel 1685: il compito era quello di vedere e copiare i vari Prioristi ufficiali o eruditi compilati fino ad allora, al fine di costituirne uno nuovo, finalizzato soprattutto ad appoggiare le provanze di nobiltà per l'ammissione all'Ordine di Santo Stefano; la fonte primaria da utilizzare era indicata nel Priorista Fiorentino di Francesco Segaloni del 1625 (ASFi, Manoscritti, n. 226).
Il lavoro dovette essere lungo e complesso, tanto che, morto il Benvenuti, nel 1708 l'impresa fu proseguita da Lorenzo M. Mariani, che dette compimento all'ultimo volume nel 1722. Scorrendo l'elenco delle fonti che l'autore dichiara di avere utilizzato, scopriamo che nella maggior parte si tratta delle stesse che stiamo citando per la Raccolta del Ceramelli.
Altri archivi e biblioteche della Toscana:
- Archivio di Stato di Lucca: Libro d'oro della nobiltà lucchese, utilizzato dal Ceramelli-Papiani, seppure in misura minore, sia per la riproduzione degli stemmi che per le notizie genealogiche. Composto a partire dal 1826, per ordine del duca Carlo Lodovico di Borbone.
- Biblioteca Roncioniana di Prato: Stemmi di famiglie pratesi e Ricordo di tutte le armi di famiglie che vivono a Prato, opere manoscritte di Giovanni Battista Casotti, relative alle armi delle antiche famiglie pratesi.
- Archivi privati: Libro delle famiglie di Pescia di Francesco Galeotti (1658), conservato nell'archivio della famiglia Cecchi di Pescia.
Importanti e preziosi testi manoscritti sull'araldica toscana erano stati raccolti dallo stesso Ceramelli-Papiani e risultavano appartenere al suo archivio privato, ma non sono stati reperiti fra le carte consegnate al Comune di Colle Val d'Elsa: un Sepoltuario fiorentino del XVII secolo, contenente 373 stemmi a penna, ombreggiati a bistro o seppia, con a fianco il testo dell'epigrafe e l'ubicazione; un Priorista pistoiese del secolo XVII, di 220 pagine con 440 stemmi a colori, per lo più corredati da un cenno sulla famiglia e sui «risieduti», cioè sulle persone che avevano ricoperto cariche pubbliche; un manoscritto del XVII secolo contenente Armi delle famiglie senesi e un'opera dallo stesso contenuto, recante 220 stemmi in 16 tavole incise in rame nel 1706.
Opere bibliografiche edite:
- Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane di Giovan Battista di Crollalanza, tre volumi pubblicati nel 1886, contenenti in ordine alfabetico i blasoni e un breve cenno storico sulle famiglie italiane; risulta interessante il proposito, non attuato dall'autore, di fare seguire all'opera una «chiave» per trovare e identificare uno stemma.
- Enciclopedia storico-nobiliare italiana di Vittorio Spreti, sei volumi pubblicati dal 1928, relativi alle famiglie nobili italiane viventi, preceduti da un breve trattato di araldica, da una scelta delle leggi vigenti in materia nobiliare e dai regolamenti dei cerimoniali presso la Corte d'Italia e presso quella pontificia, nonché da una iconografica papale e sabauda.
- Stemmi ed insegne pistoiesi, rara pubblicazione compiuta da Giovanni Mazzei nel 1907, contenente 420 stemmi, raccolti in 14 tavole litografate, unica fonte a stampa che si trova ancora conservata nell'archivio Ceramelli Papiani.
La Raccolta è pervenuta all'Archivio di Stato di Firenze in dono nel 1974.
Il fondo è interamente disponibile in Sala di studio.
STRUMENTI DI RICERCA
Nella Sala di studio dell'Archivio di Stato di Firenze è disponibile uno Schedario alfabetico cartaceo (copia fotostatica dello schedario di corredo alla Raccolta compilato dallo stesso Ceramelli Papiani). Il rinvenimento di un fascicolo intitolato a una certa famiglia è reso possibile da questo schedario: nelle singole schede compare il cognome, il numero del fascicolo relativo e il blasone riferentesi allo stemma principale.
Questa base di dati on line fornisce un nuovo strumento di ricerca del fondo.
DOCUMENTAZIONE COLLEGATA E COMPLEMENTARE A QUESTO FONDO
ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI COLLE VAL D'ELSA, Fondo Ceramelli Papiani (conserva, tra le carte della famiglia Ceramelli Papiani, i carteggi relativi all'attività di araldista del Ceramelli Papiani e materiale preparatorio alla Raccolta)
Bibliografia relativa a questa scheda:
MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI,UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani, a cura di PIERO D' ANGIOLINI e CLAUDIO PAVONE, Ceramelli Papiani, Roma , 1983, vol. II, p. 157
ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, I blasoni delle famiglie toscane conservati nella Raccolta Ceramelli-Papiani, repertorio a cura di PIERO MARCHI, Roma, MBCA, 1992.
PIERO MARCHI, Enrico Ceramelli-Papiani e la sua Raccolta araldica, in I Ceramelli a Colle, giornata di studi (Colle Val d'Elsa, 17 novembre 2007), Colle Val d'Elsa, Società degli Amici dell'Arte, 2008.
19/12/2009
Piero Marchi