A cura di Piero Marchi
leggiamo gli antichi stemmi come un libro di immagini per ricostruire un passato di alleanze matrimoniali, guerre e rappacificazioni, fughe.... e altre affascinanti avventure della storia di una famiglia del Rinascimento
Ancora oggi il nostro mondo è pieno di insegne, simboli, imprese, immediatamente riconoscibili dall’osservatore e tali da identificare una squadra, una ditta, una istituzione, ecc.
Partendo dall’esperienza quotidiana, si può risalire all’origine dell’araldica e agli stemmi che, mediante immagini facilmente riconoscibili ai più, permettevano di identificare i soldati nelle battaglie, e poi la proprietà di un palazzo o di un castello, o anche un’impresa mercantile o manifatturiera. Scorrendo alcune immagini infatti, si può notare come, soprattutto nel medioevo, lo stemma non denotasse sempre nobiltà, ma spesso fosse il simbolo di un artigiano, di un banchiere o di un mercante.
Animali più o meno fantastici, gigli, stelle e tanti altri elementi figurativi appaiono negli stemmi, in genere senza un preciso significato simbolico, ma talvolta dovuti a particolari vicende della famiglia; per esempio i matrimoni, che univano in parentela due famiglie, generavano anche l’unione dei loro stemmi. Osservando alcune immagini tratte dalle fonti d’Archivio, e consultando anche qualche antico codice, ci si può rendere conto di questa varietà di forme.
Oggi gli stemmi sono ancora presenti in abbondanza nelle nostre città, su monumenti, chiese e palazzi, e può quindi essere interessante conoscere il loro significato.
Infine, tutti ci possiamo costruire un ‘logo’, uno stemma, da mettere su un quaderno, o un libro, o sui nostri oggetti: il momento di laboratorio consente di realizzarlo, partendo dagli stemmi antichi, oppure inventandosi qualcosa di nuovo.